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  • #1Emanuel Baroz

    19 gennaio 2016 – La risoluzione approvata lunedì dai 28 ministri degli esteri dell’Unione Europea “esprime l’impegno a garantire che tutti gli accordi tra lo stato di Israele e la UE indichino inequivocabilmente ed esplicitamente la loro inapplicabilità ai territori occupati da Israele nel 1967”, pur affermando che questa politica “non costituisce un boicottaggio di Israele, cosa cui l’Unione Europea si oppone con forza”. Secondo la ong israeliana “We Have Legal Grounds”, la decisione della UE “viola i diritti legali dello stato di Israele e i principi stabiliti negli accordi di Oslo, di cui pure l’Unione Europea sarebbe garante”. La cosiddetta linea del ’67, spiega la ong in una nota, non è altro che la linea di cessate il fuoco del ’48 e la UE sa bene che gli armistizi firmati a Rodi nel ‘49 affermano chiaramente che la quella linea non costituisce in alcun modo una frontiera politica o statale, cosa che la UE ha scelto di ignorare come se spettasse a lei stabilire le frontiere di Israele quando invece gli stessi accordi di Oslo stabiliscono il principio di base secondo cui la questione dei confini dovrà essere decisa solo mediante il negoziato fra le parti.

    (Fonte: Israele.net)

    20 Gen 2016, 19:51 Rispondi|Quota
  • #2Parvus

    Una mafia finanziata dal petroldollaro.

    20 Gen 2016, 21:59 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    L’Ue spara su Israele: «I Territori palestinesi sono un altro Paese»

    di Giuseppe Marino

    ROMA – Da Bruxelles una nuova cannonata contro Israele. Se serviva la conferma che il vento della politica estera europea soffia sempre più in direzione contraria a Gerusalemme, ieri è arrivata, nero su bianco. Sotto forma di conclusioni del Consiglio degli affari esteri dell’Ue presieduto da Federica Mogherini. Nel documento, l’organismo che rappresenta i ministri degli Esteri europei stabilisce il principio che «tutti gli accordi tra lo Stato di Israele e l’Ue dovranno inequivocabilmente ed esplicitamente indicare l’inapplicabilità nei territori occupati da Israele nel 1967». La dichiarazione, auspicata da Hamas e proposta da Svezia e Irlanda, è così perentoria e polemica da spingere i ministri a specificare che «non si tratta di un boicottaggio di Israele». A quello in realtà l’Europa ci aveva già pensato col precedente provvedimento, quello che impone di specificare nell’etichettatura dei prodotti la provenienza dai Territori palestinesi. Lo statement di ieri ha però un significato politico molto forte perché, anche se le pressioni israeliane sono riuscite a evitare una posizione ancora più dura, cioè porre come obiettivo della politica estera Ue la divisione tra Israele e i Territori, resta il fatto che questa divisione per la prima volta viene certificata e può diventare un precedente, un esempio anche per altri Paesi.

    Da Israele non nascondono il fastidio: «In quel documento – dice Amit Zarouk, portavoce dell’ambasciata israeliana in Italia – quando c’è da condannare un’azione di Israele, viene citata esplicitamente, quando si condannano azioni palestinesi si parla di “entrambe le parti”».Una classica ipocrisia delle burocrazie europee che da sempre fa infuriare Gerusalemme. Per di più la mossa di Bruxelles arriva proprio mentre in Israele si moltiplicano gli attentati terroristici palestinesi.

    (Fonte: il Giornale, 19 Gennaio 2016)

    20 Gen 2016, 23:40 Rispondi|Quota
  • #4Parvus

    L’unica difesa contro la mafia prezzolata antisionista, è l’opinione pubblica.
    Israele deve dire in modo inequivocabile all’opinione pubblica europea che non tiene occupata una parte della Cisgiordania per sfruttarne le miniere di diamanti o i giacimenti d’oro. La tiene occupata unicamente come scudo alla criminale violenza arabopalestinese, e se gli arabopalestinesi rinunciassero alla violenza, nei fatti, non a parole, lo stato ebraico sgombererebbe immediatamente la ragione, così come non l’avrebbe mai occupata se non fosse stato per rispondere a un aggressione araba.

    21 Gen 2016, 14:24 Rispondi|Quota