Voto Unesco nega ebraicità Muro del Pianto di Gerusalemme!

 
Emanuel Baroz
14 ottobre 2016
2 commenti

Scelta choc dell’Unesco: il Muro del Pianto non è un simbolo ebraico

Schiaffo a Israele. Una mozione dell’organismo dell’Onu nega una verità storica legando il sito solo ai musulmani. Contro la decisione solo sei Paesi tra cui gli Stati Uniti L’Italia si è astenuta.

di Fiamma Nirenstein

Adesso chi vuol far votare una mozione per dire che esistono le sirene, o che il Vaticano non è mai stato la sede del papato, lo può fare. Passerà. Perché l’Unesco, il braccio artistico dell’Onu, su proposta dei palestinesi e dei giordani (i primi che dovrebbero essere un interlocutore credibile per un processo di pace, i secondi che la pace l’hanno già firmata) sta per approvare una mozione che nega ogni rapporto storico fra l’ebraismo e il Monte del Tempio. Cioè, fra l’altro, il Muro del Pianto, il primo luogo santo degli ebrei nei secoli dei secoli.

Ieri l’assemblea ha votato una mozione preliminare, e 21 nazioni, indovinate quali, hanno votato in favore della mozione, 26 pusillanimi (indovinate quali. Ma davvero anche l’Italia? Sì, davvero) si sono astenute e sei coraggiose hanno votato contro. Le sei sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Lituania, l’Olanda, la Germania, e l’Estonia. Che imbarazzo, che vergogna che una delle più accertate verità archeologiche e storiche, di cui per altro c’è una prova lampante proprio a Roma nel bassorilievo dell’arco di Tito (che conquistò il Tempio) che ritrae i prigionieri ebrei con la lampada a sette braccia a spalla proprio da quel tempio che ora si chiamerà spianata di al Buraq, dal nome del cavallo che trasportò Maometto in cielo.

La risoluzione cominciò il suo iter ad aprile, legando il sito solo alla storia musulmana. Non importa all’Unesco se gli attentati terroristici in nome della Moschea di Al Aqsa fanno decine di vittime al mese. Né che uno degli sport preferiti del terrorismo sia appunto negare ogni nesso degli ebrei con la loro vera storia, che ne tesse l’origine e lo sviluppo a e di Gerusalemme. Che importa: l’importante è manipolare lo scenario internazionale. A luglio fu formalizzata la mozione e fu spostato il voto a causa del colpo di stato mancato in Turchia. Il direttore generale dell’Unesco Irina Bokova ebbe la decenza di dichiarare che non si può negare il rapporto fra le tre religioni e il sito, ma si sa, la febbre antisemita dell’Onu è sempre alta, e la paura un po’ compiaciuta di chi si tira da una parte grande. Così siamo arrivati a questo prevoto, e la settimana prossima al voto definitivo. 39 senatori americani, in un gruppo bipartisan, chiedono di recedere da questo folle passo, ma visto che anche la Tomba di Rachele e la sinagoga di Hevron, quella dove sono seppelliti i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe sono stati dichiarati retaggio musulmano, c’è da aspettarsi il peggio. Se si vuole consultare un documento che dica tutta la verità sul Monte del Tempio, c’è una brochure del 1924 redatta dall’WAQF, l’autorità islamica, che, anzi, con grande orgoglio dice che non c’è alcun dubbio che il sito fosse quello del Tempio di Salomone di quello di Erode (non l’uccisore dei bambini, il padre). Ma i testi sono innumerevoli.

Non c’è bisogno di essere uno storico per sapere che Gerusalemme e gli ebrei sono un nodo solo, che quel sito è nella Bibbia il luogo del sacrificio di Isacco ( sul Monte Moriah), poi della conquista del re David (equi ci sono molte prove archeologiche), poi tempio di Salomone distrutto nel 632 da Nabuccodonosor, poi del Tempio di Erode, e che anche Gesù Cristo, da buon ebreo, ci andò in pellegrinaggio e là predico ai mercanti. Si vedono ancora i loro negozietti di pietra e le scale da cui salì Cristo ragazzino. Inoltre i reperti della città di Davide, gli scritti di Tacito e di Flavio Giuseppe che testimonia nelle virgole la caduta del tempio, sono noti ai più. Si sa anche bene che il riferimento musulmano a Gerusalemme come città santa è ben scarso: una riga nel Corano per il volo di Maometto a al Masjiid al Aqsa alla «città lontana», quando ancora non esisteva la Moschea dato che Mohammed è morto nel 632 ed essa si costruisce nel 705.

La risoluzione dell’Unesco lascia senza parole, fa tristezza, fa pensare che si viva in un momento in cui ancora l’antisemitismo vince. Con tutto ciò gli ebrei seguiteranno ad andare, come nei secoli dei secoli, a toccare il loro muro occidentale del Tempio di Gerusalemme e piangeranno. Quella dell’Unesco è una forma di distruzione come quella di Palmira, o non ce ne siamo accorti?

(Fonte: il Giornale, 14 Ottobre 2016)

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  • #1Emanuel Baroz

    Unesco – Adottata la risoluzione su Gerusalemme e il Monte del Tempio

    Criticata dal premier israeliano, la risoluzione è stata adottata dall’Unesco stamane.

    L’Unesco ha ufficialmente adottato stamane alle ore 11:30 una risoluzione su Gerusalemme Est voluta da dei Paesi arabi a nome della protezione del patrimonio culturale palestinese ma contestata con veemenza da Israele secondo il quale nega il legame millenario degli ebrei con la Città vecchia dove sorge il Muro del Pianto, il luogo più sacro agli ebrei di tutto il mondo. Il testo, presentato da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan, è stato esaminato dai 58 Stati membri del Consiglio esecutivo dell’organizzazione per la pace e la cultura dell’Onu, la cui sede è a Parigi. Al termine dei dibattiti, “è stato adottato”. La risoluzione, a giudizio dello stato ebraico, non riconosce legami tra gli ebrei e il Monte del Tempio di Gerusalemme (come gli ebrei chiamano la spianata delle moschee) e il muro del pianto. Una posizione duramente criticata dal premier Benyamin Netanyahu che nei giorni scorsi l’ha definita “assurda” e che equivale a dire che “la Cina non ha legami con la grande muraglia o l’Egitto con le piramidi”. A far infuriare gli israeliani è stato in particolare la decisione di usare esclusivamente il nome islamico per riferirsi al complesso della moschea di Al-Aqsa, ignorando il termine ebraico Monte del Tempio. La zona, che riunisce anche il Muro del Pianto, parte del muro occidentale del Tempio ebraico distrutto dai romani, il luogo più sacro al mondo per gli ebrei, e la Spianata delle Moschee, il terzo luogo sacro musulmano, è da sempre fonte di grandissime tensioni. La risoluzione cita la “Palestina occupata” e critica la gestione israeliana dei luoghi santi nella Città Vecchia di Gerusalemme.
    .
    (Fonte: RaiNews, 18 Ottobre 2016)

    18 Ott 2016, 20:15 Rispondi|Quota
  • #2Giacomo Morpurgo

    Che l’Unesco -ed anche l’Italia- si sia associata a questa risoluzione mi fa schifo.
    Ci riporta ai tempi di Hitler e Mussolini
    Giacomo Morpurgo

    19 Ott 2016, 10:27 Rispondi|Quota
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