La giustizia europea non ha ancora capito la pericolosità dell’antisionismo, maschera dell’antisemitismo

 
Emanuel Baroz
20 novembre 2016
1 commento

L’antisionismo antisemita e la giustizia europea: l’Italia adotti la definizione internazionale di antisemitismo

di Giovanni Quer

antisionismo-antisemitismo-focus-on-israelLa recente sentenza della Corte di Cassazione sul caso dei Protocolli dei Savi di Sion dimostra i pericoli della scarsa dimestichezza con l’antisemitismo, l’antisionismo e i crimini di odio. Oltre a un auspicabile ricorso alla Corte dei Diritti Umani di Strasburgo, è necessaria una pronta adozione della definizione di antisemitismo secondo gli strumenti internazionali finora elaborati. La decisione può essere un pericoloso precedente che permetterebbe non solo un’illimitato esercizio della libertà di espressione anche promuovendo un discorso di odio, ma soprattutto la legittimazione del nuovo discorso antisemita che sfrutta il sionismo per riproporre antichi temi anti-giudaici.

Salvo una decisione di un tribunale tedesco e una decisione della Corte di Strasburgo nel 2004, la giustizia europea sembra disarmata di fronte al nuovo antisemitismo e mostra una certa riluttanza a condannare forme odierne di odio antisemita se non accompagnate da negazionismo. Il capo d’accusa nella causa originaria era diffamazione con aggravante di odio razziale. Questa scelta riflette la reticenza dei giuristi italiani di usare la legge Mancino, che criminalizza i crimini di odio. L’imprevedibilità della giurisprudenza, la necessità di adottare strategie vincenti per i diversi contenziosi, e la scarsa dimestichezza del mondo politico italiano con il mondo del “discorso d’odio” (la non elegante traduzione dell’inglese hate speech) come parte dei crimini a motivazione razzista, rendono la Legge Mancino quasi da evitare.

L’Unione Europea ha adottato nel 2008 una Decisione Quadro che imporrebbe agli Stati di dotarsi di strumenti legislativi adatti a combattere i vari crimini di odio, compreso il discorso di odio. L’adozione di un Codice di Condotta per combattere il discorso di odio da parte di Facebook, Microsoft, Twitter e Youtube lo scorso agosto 2016, promosso dall’Unione Europea, è un ulteriore passo avanti nella lotta contro l’odio razziale. La questione è più complessa quando si parla di antisemitismo.L’antisemitismo è stato considerato prevalentemente un residuo anti-giudaico o razzista di matrice neo-nazista o religiosa. Con l’esportazione del conflitto arabo-israeliano in Europa e le crescenti manifestazioni di violenza anti-ebraica in virtù della causa palestinese e anti-sionista, il dibattito sulla natura dell’antisemitismo si è allargato a nuove forme di odio anti-ebraico che includono anche elementi di ostilità al Sionismo e a Israele (il cosiddetto anti-sionismo antisemita).

Queste nuove forme di antisemitismo comprendono la trasposizione di convinzioni e stereotipi anti-giudaici sul Sionismo e Israele, così come le teorie di cospirazione e omicidio rituale. Oltre al crescente dibattito storico-intellettuale sul tema, vi sono degli strumenti internazionali che definiscono l’antisemitismo. Il loro valore giuridico è blando, ossia di direzione filosofico-politica per gli operatori del diritto, legislatori e politici. Il Protocollo di Ottawa del 2010, redatto dalla Coalizione Inter-Parlamentare per la Lotta Contro l’Antisemitismo (Inter-Parliamentary Coalition for Combatting Antisemitism, una organizzazione internazionale di legislatori) definisce elementi dell’antisemitismo classico e nuovo, comprese le teorie della cospirazione, e “l’uso di simboli o immagini dell’antisemitismo classico (per esempio l’accusa che gli ebrei abbiano ucciso Gesù o di omicidio rituale) per caratterizzare Israele o gli israeliani”. Versioni molto simili, che includono la stessa dicitura, sono state adottate da Unione Europea, e dalla International Holocaust Remembrance Alliance.

Parlare di cospirazione sionista, riproporre i Protocolli come testo che mette in guardia dai presunti piani di dominazione mondiale dei sionisti è una chiara forma di trasposizione di una classica accusa di antisemitismo verso Israele, gli ebrei sionisti e i sostenitori del Sionismo e di Israele. La sentenza ripropone quella sviante differenziazione tra ebrei e sionisti che non ha alcun senso nell’analisi di un possibile discorso antisemita se non proprio per confermare come il nuovo antisemitismo tenda falsamente distanziarsi da classiche forme d’odio per riproporre un’immagine più accettabile che sostituisce gli ebrei con i sionisti, per promuovere però gli stessi stereotipi, le stesse distorsioni storiche, le stesse teorie bislacche che fanno della “Zio-conspiracy, tanto cara al suprematista bianco David Duke pure espulso dall’Italia per crimini d’odio, la nuova frontiera dell’antisemitismo.

L’Italia non è un caso d’eccezione. La disarmante riluttanza della giurisprudenza europea di fronte al nuovo antisemitismo si riflette anche in altri casi. Una sentenza del 2015 del Tribunale di Wuppertal in Germania aveva condannato due cittadini tedeschi di origine palestinese per aver lanciato bombe molotov alla sinagoga della città durante le manifestazioni dell’estate 2014 contro Israele impegnata nell’operazione militare “Margine Protettivo”. Il giudice aveva però stabilito che il crimine non era motivato da odio antisemita, come aveva argomentato l’accusa, definendolo invece originato in convinzioni politiche. Lo stesso anno, un altro giudice del Land Essen aveva condannato un attivista anti-israeliano tedesco-turco per incitamento all’odio, sostenendo che semanticamente Sionista e ebreo sono parole equivalenti. L’accusato, durante le stesse manifestazioni anti-israeliane del 2014, pur usando la parola sionista al posto di ebreo avrebbe incitato all’odio antisemita.

La sentenza di primo grado non fa però precedente. In due casi discussi alla Corte Europea dei Diritti Umani, Garaudy v. France e Dieudonné M’bala M’bala v. France, i giudici di Strasburgo hanno discusso di antisemitismo. La Corte Europea ha ravvisato legittime la condanna della personalità Roger Garaudy per i suoi scritti che minimizzavano e mettevano in dubbio la veridicità storica della Shoah, per altro ascrivendo il “business della Shoah” a una cospirazione sionista per la creazione di Israele. La sentenza però si è soffermata più che altro sulla questione della veridicità storica della Shoah, senza discutere l’uso della parola “sionista”. Nel caso Dieudonné il comico francese condannato per antisemitismo, i giudici hanno reputato che l’odio antisemita fosse ravvisabile nell’uso denigratorio di simboli dell’Olocausto e nel supporto al negazionismo, tralasciando la questione dell’antisionismo che pure il giudice francese aveva discusso nella sentenza di condanna.

Un caso interessante è Ivanov v. Russia del 2004. I giudici della Corte di Strasburgo hanno confermato la legittimità di una sentenza di condanna per incitamento all’odio razziale contro l’autore di scritti antisemiti che mettevano in guardia il popolo russo e gli ebrei (a suo dire) dalla “leadership ebraica Ziono-fascista”. Qui i giudici non hanno trovato differenze tra “sionisti” e “ebrei”, pur convincendosi della natura antisemita dello scritto perché negava o sminuiva la Shoah. Sembra quindi che il nuovo antisemitismo non sia di interesse come forma di odio, ammenoché non rechi elementi di negazionismo. Ridurre il nuovo antisemitismo al negazionismo, senza concentrarsi sulle nuove versioni di teorie del complotto giudaico, omicidio rituale o stereotipo antiebraico tout court è il pericolo attuale nelle politiche di lotta contro il discorso di odio e in particolare contro l’incitamento antisemita. Una legge contro l’antisemitismo non è auspicabile.

L’antisemitismo, come particolare forma di odio, è un fenomeno che muta secondo le circostanze storiche, politiche e sociali. Ma poiché è una forma particolare di odio può essere combattuta con gli strumenti legislativi che già esistono per arginare il discorso d’odio e altri crimini legati all’odio razziale. Il corso della giustizia è lento, e spesso imprevedibile. E’ per questo che l’adozione della definizione internazionale di antisemitismo si fa quantomai necessaria a livello parlamentare, per formulare un’agenda politica contro il crescente fenomeno di odio.

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Commento

  • #1Stefano

    Purtroppo la mafia antisionista finanziata dal petroldollaro si è profondamente infiltrata nei gangli di potere europei.

    23 Nov 2016, 00:23 Rispondi|Quota