Corbyn e l’omaggio ai terroristi di Monaco ’72

 
Emanuel Baroz
12 agosto 2018
1 commento

Quei fiori per i terroristi di Monaco. L’omaggio (antisemita) di Corbyn

Nella bufera il leader laburista: nel 2014 andò sulle tombe dei palestinesi che massacrarono gli atleti israeliani alle Olimpiadi

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Londra, 11 Agosto 2018 – Se in palio non ci fosse la credibilità del leader di un partito glorioso come il Labour, se non si trattasse di un tema delicatissimo e tristemente attuale come l’antisemitismo, e se questa non fosse una delle fasi piu complicate (la trattativa su Brexit) della politica britannica del dopoguerra, sarebbe buffo assistere allo spettacolo di Jeremy Corbyn che continua a comparire, un po’ come Zelig, in posti dove qualcuno dice cose tremende su Israele. L’ultimo guaio per il leader laburista dopo le scuse per l’evento al quale partecipò nel 2010 e dove Israele venne paragonata ai nazisti: le foto che lo ritraggono in preghiera, nel 2014, in un cimitero di Tunisi, con una corona tra le mani. Corbyn, quando l’anno scorso erano emerse le immagini, si era giustificato spiegando di aver sì partecipato a una cerimonia in quel cimitero ma per commemorare le 47 vittime palestinesi del bombardamento israeliano del quarter generale Olp a Tunisi nel 1985.

Il problema però è duplice: un inviato del Daily Mail è andato sul posto con le fotografie, e ne ha scattate altre dalle quali si vede come Corbyn fosse sulle tombe di due membri di Settembre Nero — Sala Khalaf e Fakhri Al-Omari, organizzatori del massacro e della mutilazione di nove atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco 1972 — e di Hayel Abdel-Hamid (capo della sicurezza Olp) e Atef Bseiso (capo dell’intelligence Olp). Corbyn aveva sempre ripetuto — le accuse non sono nuove, ma nessuno era ancora andato nel cimitero tunisino a controllare, foto alla mano — di aver semplicemente reso omaggio alle vittime palestinesi della rappresaglia israeliana «Operazione gamba di legno» del 1° ottobre 1985 (tre turisti israeliani erano stati assassinati il 25 settembre di quell’anno da un commando Olp, nel giorno di Yom Kippur sacro agli ebrei).

Il secondo problema: Corbyn stesso, dopo la cerimonia, in un articolo di giornale che raccontava il suo viaggio tunisino, aveva scritto di aver sì lasciato una corona sulla tomba delle vittime del bombardamento israeliano «e di altri uccisi da agenti del Mossad a Parigi nel 1991». Abdel-Hamid, Khalaf e Al-Omari sono stati uccisi a Tunisi nel 1991. Bseiso a Parigi, nel 1992. E le loro quattro tombe sono a 13 metri esatti, misurati dal Daily Mail, di distanza dal monumento per i 47 uccisi dall’attacco israeliano. Le accuse di antisemitismo sono particolarmente gravi all’interno di un partito progressista che storicamente ha una forte componente di sostenitori di religione ebraica. Peraltro era emersa la settimana scorsa una registrazione di un programma radio del 2015 nel quale David Duke, ex Gran Maestro del Ku Klux Klan americano, gioiva per la conquista da parte di Corbyn della leadership laburista «che è una bella evoluzione, la gente comincia a riconoscere il potere sionista e in ultima analisi quello dell’establishment ebraico in Gran Bretagna e nel resto del mondo».

Il successore di Clement Attlee elogiato dal Ku Klux Klan per il suo antisemitismo rappresenta un disastro politico e di comunicazione che poteva passare relativamente sotto silenzio soltanto in una fase di assoluto caos politico come questa, con il primo ministro conservatore May costretta a interrompere le ferie per andare a chiedere concessioni su Brexit, pare invano, al presidente francese Macron, e l’ex ministro degli Esteri Boris Johnson che cerca di spodestarla dopo aver di fatto spaccato a metà i Tories.

A complicare ulteriormente le cose per Corbyn, la realtà di un elettorato laburista per il 77% a favore del Remain e di un nuovo referendum per restare nella Ue mentre il leader ha escluso la possibilità di un’altra consultazione, ricordando a tutti gli europeisti britannici quel suo supporto pacatissimo per il Remain durante la campagna referendaria, e il suo scarso interesse, da allora, per la gestione di Brexit (si è limitato a chiedere un accordo doganale con Bruxelles e il rispetto dei diritti dei cittadini Ue in Gran Bretagna.

Corriere.it

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  • #1Emanuel Baroz

    Corbyn sbugiardato: portò fiori ai terroristi

    Negava di aver reso omaggio ai fedayn di Monaco ’72: un giornale lo incastra

    di Fiamma Nirenstein

    Fu nel settembre del 1972 che l’orrore del terrorismo palestinese raggiunse il suo picco: 11 atleti israeliani che partecipavano alle Olimpiadi di Monaco furono presi in ostaggio da un commando. Due atleti furono torturati e uccisi sul posto, altri 9 trucidati all’aeroporto. Una vecchia vicenda purtroppo piena di significati contemporanei. Essi riguardano da vicino Jeremy Corbyn, che in una foto pubblicata dal Sunday Times, scattata in Tunisia nel 2014, onora con una corona di fiori la tomba di quei terroristi. Il leader dei laburisti inglesi, che potremmo trovarci presto primo ministro in Inghilterra, ha negato di essere là proprio per onorare quegli specifici palestinesi, ma le foto sono spietate: Corbyn prega con le mani rivolte verso l’alto, come un fedele musulmano, sulla tomba di Atef Bseiso, che ideò l’attacco a Monaco; lui ha detto che era là per ricordare le vittime di un attacco aereo israeliano a Tunisi (per altro tutti ben certificati terroristi, come Salah Khalaf capo di Settembre Nero) ma quelli sono seppelliti a una quindicina di metri da dove Corbyn si commuove. E’ solo una delle tante espressioni antisemite e antisraeliane del leader socialista che ha chiamato fratelli gli uomini di Hamas; ma nonostante l’alto prezzo politico dentro e fuori del partito, il leader del Labour non vuole, non può rinunciare al suo odio. E’ la rappresentazione in termini iperrealistici della scivolata della sinistra europea verso l’antisemitismo di cui ha sempre accusato la destra, ma è difficile immaginare che persino per un gesto così rivoltante Corbyn paghi un prezzo: anzi al suo estremismo si ispirano tutti quelli che di fronte alla crisi della sinistra immaginano un nuovo tipo di populismo che sgomini quello di destra.

    Corbyn ha incoronato la sua carriera pubblica di antisemita sostenendo dopo un viaggio a Gaza di aver visto lo stesso tipo di distruzione che i nazisti avevano portato a Stalingrado e a Leningrado; e ha fatto storia per aver portato il partito a rifiutare la definizione internazionale di antisemitismo (scritta dall’Alleanza Internazionale per la Memoria) basata su 11 esempi di antisemitismo contemporaneo, spingendo i giornali ebraici inglesi a una protesta collettiva anche se in genere sono su posizioni opposte. Corbyn e i suoi non accettano di considerare antisemita la comparazione di Israele ai nazisti (che gli piace particolarmente): Corbyn è una pellaccia di antisemita, la sua schiera può esserne fiera: loda i terroristi, nega l’Olocausto, ha partecipato a conferenze sul tema e ha donato denaro a Paul Eisen, un noto negazionista; ha tenuto una riunione in parlamento durante il Giorno dell Memoria del 2010 col maggiore negazionista olandese Hajo Meyer; è stato spesso implicato in manifestazioni di puro incitamento antisraeliano, e il suo palese odio per lo Stato Ebraico è diventato senso comune presso molti membri del suo partito. La confusione dell’opinione inglese può portare quest’uomo sullo scranno di primo ministro e creare quindi una situazione di persecuzione antiebraica? La risposta è si: nessuno dei populismi sospettati di antisemtismo si è spinto lontano come lui, sulla tomba degli assassini di Monaco.

    (Fonte: Il Giornale, 12 Agosto 2018)

    14 Ago 2018, 19:57 Rispondi|Quota
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