Corbyn e Israele, un punto di non ritorno
Nel 2014 Corbyn portò fiori sulle tombe dei terroristi palestinesi che uccisero gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco ’72.
di Paolo Lepri
E’ il momento di cambiare rotta, di assumersi la responsabilità degli errori. Le immagini del leader laburista Jeremy Corbyn che rende omaggio a uomini dalle mani sporche di sangue innocente – il sangue delle vittime del massacro anti-israeliano di Monaco, nel 1972 – provocano uno scandalo nelle coscienze e rappresentano un punto di non ritorno.
Si azzerano, come passando uno straccio sulla lavagna del sentimento, anni di discussioni sul virus che si annida nel Labour. Bisogna inchinarsi ai tanti che hanno combattuto la loro battaglia in un partito che, ricordiamolo, ha adottato la definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per il ricordo dell’Olocausto tralasciandone alcuni capitoli, come l’accusa agli ebrei di essere più leali a Israele che al loro Paese.
La linea di Corbyn non dimostra soltanto l’incapacità di tenersi in equilibrio tra le critiche legittime a Benjamin Netanyahu e la difesa del diritto di esistere di Israele oppure tra la rivendicazione del patrimonio positivo della comunità ebraica e la dissociazione implicita dai valori che quella comunità cementa. Quanto sta avvenendo è il segno di una cultura che va cambiata. Il Labour è l’unica grande forza progressista europea in cui resiste un internazionalismo dogmatico che non vuole avere nemici nella galassia minore dell’antagonismo, che legge la realtà come se negli ultimi decenni niente fosse accaduto.
No, tutto è invece è cambiato, ma non si vuole capire che la lotta di un popolo senza Stato è stata dirottata su una strada senza uscita dagli attentati suicidi e dal fondamentalismo di Hamas. Corbyn non si rende conto che l’escalation antioccidentale del terrorismo islamico ha reso indispensabile compiere scelte di campo per isolare la minaccia e proteggerne i bersagli. Non è facile dimenticare il paragone assurdo da lui tracciato qualche tempo fa: «I nostri amici ebrei non sono responsabili delle azioni di Israele come i nostri amici musulmani per l’autoproclamato Stato Islamico».
Un uomo che aspira a entrare nel numero 10 di Downing Street guarda il mondo con un cannocchiale rovesciato.
(Fonte: Corriere della Sera, 12 Agosto 2018)
#1Emanuel Baroz
Corbyn, “minaccia all’esistenza” degli ebrei inglesi | di Ugo Volli
http://www.progettodreyfus.com/corbyn-antisemitismo-labour/