Hamas non prenderà parte alle elezioni indette dall’Anp

 
Emanuel Baroz
14 febbraio 2011
4 commenti

Palestina, Hamas non prenderà parte alle elezioni indette dall’Anp

Hamas non ‘legittimerà’ le elezioni indette dall’Anp

Gaza, 14 Febbraio 2011 – Hamas, il movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza, “non prenderà parte alle elezioni” indette dall’Autorita’ Nazionale Palestinese (Anp). Lo ha riferito il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, secondo cui il movimento “non legittimerà le consultazioni e non ne riconoscerà i risultati”.

Yasser Abed Rabbo, segretario dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) ha detto ai microfoni di Radio Voce di Palestina, che le elezioni si terranno ugualmente – nonostante la defezione di Hamas – dal momento che non è possibile attendere che “tutte le divergenze e i i contrasti vengano appianati”.

Sabato scorso l’Anp ha deciso di indire le elezioni – presidenziali e parlamentari – da tenersi entro settembre in Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme est. Hamas ritiene che le elezioni possano tenersi solo dopo il completamento di una riconciliazione con Fatah e che la chiamata alle elezioni dell’Olp è illegale dal momento che “le elezioni sono una questione nazionale e che secondo gli accordi firmati al Cairo nel 2005 si dovrebbe votare anche al di fuori dei territori palestinesi”.

(Fonte: Peace Reporter, 14 Febbraio 2011)

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  • #1Emanuel Baroz

    Medio Oriente: Palestina, il Governo dell’Anp pronto alle dimissioni

    Era difficile credere che non sarebbe accaduto. La credibilità dell’Anp tra i palestinesi ha raggiunto i suoi minimi storici dopo la divulgazione dei Palestine Papers. Le dimissioni previste per oggi sembrano la logica conseguenza di un declino iniziato da tempo.

    Dopo le dimissioni dei ministri spetterà al premier palestinese Salam Fayaad scegliere i componenti del nuovo gabinetto. Secondo una fonte anonima citata da Al Jazeera sono previsti massicci cambiamenti nella composizione del governo, in carica dal 1993 dopo la firma degli accordi di Oslo con Israele.

    L’agonia dell’Anp, del resto, è stata lenta e inesorabile nel corso degli ultimi anni. Priva di un reale potere di controllo del territorio, l’Autorità palestinese si trova piuttosto ad amministrare un arcipelago di piccole enclave scollegate tra loro e circondate da aree controllate direttamente o indirettamente da Israele.

    L’Anp è inoltre accusata di collaborazionismo da Hamas, il movimento fondamentalista che, dal 2007, controlla la Striscia di Gaza. Le elezioni che avevano visto prevalere Hamas a Gaza, lo ricordiamo, avevano scatenato una cruenta guerra civile tra le due fazioni, che da allora non mancano di incarcerarsi a vicenda i militanti e rinfacciarsi reciproche accuse a livello internazionale.

    Gli islamisti di Hamas traggono la loro legittimazione dalla risaputa corruzione dell’Anp e dalla linea che quest’ultima tiene con Israele: considerata da buona parte dei palestinesi troppo morbida, se non addirittura subalterna. La disponibilità a massicce concessioni territoriali divulgata dai Palestine Papers ha reso la sua posizione ancora più compromessa agli occhi della maggior parte dei palestinesi.

    Le dimissioni dell’attuale governo sembrano quindi un passo necessario per tentare di iniziare a recuperare un minimo di consenso. Era inoltre difficile parlare di un vero e proprio governo, dal momento che di 24 ministri, sei erano rimasti isolati a Gaza (dove non sono ovviamente in grado di esercitare alcun potere) e due avevano già rassegnato le dimissioni in precedenza.

    Sabato l’Anp ha annunciato che a settembre saranno indette nuove elezioni legislative e presidenziali: un estremo tentativo di recuperare credibilità e legittimazione democratica. Tuttavia, Hamas ha già fatto sapere di non essere interessata alle consultazioni e che, in ogni caso, non ne accetterà il risultato. Con queste premesse la strada del dialogo tra fazioni palestinesi e tra palestinesi e israeliani è tutta in salita.

    http://www.polisblog.it/post/9669/esteri-il-giro-del-mondo-in-tremila-battute-99

    16 Feb 2011, 00:33 Rispondi|Quota
  • #2esperimento

    Per forza! 1) hanno paura di perdere 2) non possono riconoscere nessun tipo di elezione, visto che sono una banda di terroristi e non un partito politico.
    Non solo non parteciperanno mai, ma non riconosceranno mai nessun “governo” o Autorità ai cui vertici non ci siano loro stessi.

    16 Feb 2011, 13:00 Rispondi|Quota
    • #3Emanuel Baroz

      e il Dalemmah di turno ci verrà a dire che Israele sbaglia a non parlare con Hamas….

      17 Feb 2011, 13:01 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Gaza, da “Mubarak” a “Tahrir”, l’ospedale cambia nome.

    Ribattezzato da Hamas in onore della rivoluzione egiziana

    GAZA, 15 feb. – Uno dei principali ospedali della Striscia di Gaza, chiamato Hosni Mubarak in onore dell’ormai ex presidente egiziano, è stato ribattezzato come ospedale “Tahrir”, in riferimento alla piazza del Cairo diventata il simbolo della protesta contro il regime. “L’ospedale pediatrico Mubarak di Khan Younis è stato ribattezzato ospedale Tahrir in omaggio alla rivoluzione egiziana di piazza Tahrir”, ha precisato Youssef al Mudallal, capo di gabinetto del ministro della Sanità del governo di Hamas, che controlla il territorio palestinese.

    Hamas ha manifestato grande soddisfazione per la caduta del presidente egiziano 18 giorni dopo l’inizio delle manifestazioni di protesta: i sostenitori del movimento islamico palestinese sono anche scesi in piazza per celebrare l’addio di Mubarak.

    (Fonte: TMNews, 15 febbraio 2011)

    18 Feb 2011, 00:13 Rispondi|Quota
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