Mahmoud Habash (Ministro ANP): ” Le pretese ebraiche sul Muro del Pianto non hanno alcun fondamento religioso, storico o giuridico”

 
Emanuel Baroz
30 dicembre 2012
2 commenti

Ministro di Abu Mazen: «Le pretese ebraiche sul Muro del pianto non hanno alcun fondamento religioso, storico o giuridico»

Mahmoud Habash, Ministro dell’Autorità Palestinese per gli Affair Religiosi e il Waqf (patrimonio religioso islamico), ha dichiarato che il Muro Occidentale (noto come “Muro del pianto”) di Gerusalemme è un luogo santo islamico e che nessun ebreo vi ha mai pregato prima del 1917.

Definendo le recenti parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a proposito della sovranità israeliana sul Muro Occidentale “una sciocchezza” e “una manipolazione”, Habash ha dichiarato in un comunicato stampa diffuso lunedì 17 dicembre che “le pretese israeliane sono prive di valore”. Secondo il ministro di Abu Mazen, “Gerusalemme in ogni sua parte è prerogativa dei palestinesi” mentre le rivendicazioni israeliane sulla città e sul Muro Occidentale “non hanno alcun fondamento religioso, storico o giuridico”. Il Muro Occidentale, continua il comunicato di Habash, che “è parte integrante della moschea di al-Aqsa e di Haram al-Sharif [Monte del Tempio] che è Waqf [inalienabile patrimonio islamico]”, è sempre stato un luogo di culto solo e unicamente musulmano “per tutta la sua storia, fino alla promulgazione della Dichiarazione Balfour nel 1917”.

Ribadendo che “Gerusalemme è la capitale eterna della Palestina”, il ministro dell’Autorità Palestinese conclude il comunicato facendo appello all’Unesco affinché sostenga i “diritti arabo-palestinesi” su Gerusalemme (presumibilmente sulla base di questa ricostruzione storica quantomeno bizzarra).

Per la notizia originale (in lingua araba) del comunicato del ministro Mahmoud Habash cliccare qui

Israele.net

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: ebrei in preghiera al Muro del Pianto di Gerusalemme nel 1890

Per chi volesse saperne di più sulla continua opera di negzazionismo operata dai vari leader palestinesi nel corso degli anni sulla presenza ebraica a Gerusalemme, e quindi sui diritti degli ebrei e dello Stato di Israele su di essa consigliamo le seguenti letture:

 Per l’ANP “Il Muro del Pianto è proprietà islamica”

“Il Tempio di Gerusalemme? Mai esistito”

“Gli Ebrei? Mai stati a Gerusalemme”: il nuovo negazionismo palestinese

TV palestinese: “Nessuna storia ebraica in questa terra”

“Mai esistito un tempio ebraico a Gerusalemme”

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  • #1Emanuel Baroz

    03/01/2013 Con l’inizio di gennaio 2013 è entrata in vigore in Israele la legge contro modelli e modelle anoressici: indossatori e indossatrici il cui indice di massa corporea è inferiore a 18,5 non potranno più sfilare in Israele né apparire sui mass-media israeliani. Secondo il Jerusalem Post, è la prima legge di questo genere al mondo.

    03/01/2013 Siria. Sono 84.000 le persone fuggite dal paese nel solo mese di dicembre, portando il numero totale dei profughi siriani a mezzo milione: 150.000 in Turchia, 130.000 in Libano, 120.000 in Giordania, 68.000 in Iraq.

    03/01/2013 Siria. Sarebbero 60.000 le persone uccise tra il 15 marzo 2011 e il 30 novembre 2012 nel conflitto interno siriano. Lo ha detto mercoledì Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i diritti umani, citando un ampio studio condotto per conto delle Nazioni Unite nel corso di più di cinque mesi incrociando dati provenienti da sette fonti diverse. “Il numero delle vittime è molto più alto di quanto ci aspettassimo, ed è davvero scioccante”, ha aggiunto Pillay.

    03/01/2013 In contrasto con la posizione ufficiale del suo partito, l’esponente della destra del Likud Moshe Feiglin ha affermato che il costo per assicurare la sicurezza di Israele è così esorbitante che sarebbe meglio offrire 500.000 dollari a ogni famiglia palestinese che accetti di lasciare Giudea e Samaria (Cisgiordania). “Lo stato d’Israele spende il 10% del Pil ogni anno per la soluzione a due stati e per l’accordo di Oslo – ha detto in un convegno martedì a Gerusalemme – pagando la barriera di sicurezza, il sistema antimissilistico Cupola di ferro e una guardia davanti a ogni bar. Presto dovremo mettere una batteria antimissilistica davanti a ogni scuola di Tel Aviv. Con un tale budget potremmo piuttosto incoraggiare i palestinesi a costruirsi un futuro altrove migliore, tanto più che l’80% dei palestinesi di Gaza e il 65% di quelli di Cisgiordania dicono di voler emigrare”. ”Il primo ministro dovrebbe mettere a tacere le voci degli estremisti all’interno del suo partito – ha commentato Yair Lapid, presidente di Yesh Atid (“C’è futuro”) – Il problema palestinese non è destinato a scomparire, ed è preoccupante che l’attuale governo alimenti tali fantasie”.

    03/01/2013 È cresciuto dell’1,5%, nel 2012, il traffico nell’aeroporto internazionale israeliano Ben-Gurion, con il transito di 12.400.000 passeggeri. Le destinazioni principali sono state Usa, Germania, Italia, Francia e Russia.

    03/01/2013 Ha suscitato vivo scandalo in Libano la scoperta, in un grande magazzino di Sidone, di 13 sacchi di peperoni “made in Israel”. Le autorità locali hanno immediatamente contattato l’esercito, che a sua volta ha coinvolto polizia e servizi segreti militari.

    03/01/2013 Sondaggio Ha’aretz: la lista congiunta Likud-Beitenu perde voti a favore di Habayit Hayehudi (Casa ebraica). Se le elezioni si tenessero oggi, la formazione di maggioranza otterrebbe 34 seggi, uno in meno rispetto alla precedente rilevazione, mentre quella di Naftali Bennett ne otterrebbe 14, solo due in meno rispetto al partito laburista.

    03/01/2013 ”Qualsiasi persona di buon senso sa che Hamas può facilmente prendere il controllo dell’Autorità Palestinese. Può accadere dopo un accordo o può accadere prima di un accordo, come è stato a Gaza”. Lo ha detto martedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo che il presidente Shimon Peres aveva esortato ad imprimere un’accelerazione ai negoziati con l’Autorità Palestinese e Abu Mazen. “Contrariamente alle voci che in questi giorni mi consigliano di correre con le concessioni e i ritiri – ha aggiunto Netanyahu – io penso bisogna guidare il processo diplomatico con responsabilità e sagacia, e non con fretta inappropriata. Altrimenti ci ritroveremo con una base terroristica iraniana nel cuore del nostro paese”.

    03/01/2013 Essam el-Erian, vice-presidente dei Fratelli Musulmani egiziani e consigliere del presidente Morsi, ha detto al giornale pan-arabo Asharq Al-Awsat che gli ebrei dovrebbero tornare in Egitto, come nell’antichità, perché “entro 10 anni Israele sarà scomparso” e tutto il paese si chiamerà Palestina. “Gli ebrei sono un ostacolo al diritto al ritorno dei palestinesi – ha aggiunto Essam el-Erian – e io prego per il ritorno dei palestinesi e perché coloro che hanno occupato la loro terra vengano espulsi. Gli ebrei devono andare in altri posti. Questa è la nostra fede, e questo è ciò per cui viviamo e ci battiamo”.

    03/01/2013 Secondo il giornalista Michel Gurfinkiel, presidente dell’Institut Jean-Jacques Rousseau specializzato in questioni strategiche e geopolitiche, durante la sua visita a Gaza lo scorso 23 novembre l’emiro del Qatar avrebbe invitato Hamas a fare la pace con Israele promettendo, in cambio, di aiutarli a “trasformare Gaza in una Singapore del Medio Oriente”. Secondo il quotidiano libanese sciita Al-Manar, vicino ai filo-iraniani Hezbollah, l’emiro avrebbe anche consigliato ai palestinesi di abbandonare le loro rivendicazioni su Gerusalemme.

    03/01/2013 Un importante sacerdote cristiano di Nazareth (nel nord d’Israele) dice d’aver ricevuto una lettera firmata dalla parlamentare arabo-israeliana Hanin Zoabi, su carta intestata della Knesset, in cui gli si ingiunge di “smettere di incoraggiare i giovani cristiani ad entrare nell’esercito, facendone dei nemici della nazione araba”. Il sacerdote afferma che “la lettera di Zoabi non è la prima di questo genere che ho ricevuto da quando ho iniziato a incoraggiare i giovani ad arruolarsi nell’esercito sia per integrarsi nella società israeliana, sia per difendere il paese”. “Israele difende i cristiani – ha continuato il sacerdote – Ma devo ammettere che incoraggiando i giovani ad arruolarsi nell’esercito incontro problemi con la Chiesa ortodossa e sono oggetto di molestie e minacce di morte. Ora devo girare con le guardie del corpo”. La legittimità della ricandidatura di Zoabi è stata da poco riconfermata dalla Corte Suprema israeliana.

    03/01/2013 Un video diffuso on-line mostra decine di uomini a volto coperto che partecipano a una manifestazione, nel campo palestinese di Dheisheh a Betlemme, brandendo fucili, coltelli, asce e spranghe per celebrare i 48 anni dall’esordio di Fatah. Due uomini sono stati filmati mentre portavano un modello di razzo. Le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, che pure nel recente passato avevano impedito simili manifestazioni sia di Fatah che di Hamas, in questo caso non si sono fatte vedere.

    03/01/2013 Un alto esponente palestinese ha criticato, martedì, il presidente israeliano Shimon Peres per aver caldeggiato negoziati con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e con Hamas se accettasse le condizioni poste dal Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu). “Dire chi può e chi non può essere parte di colloqui è un’intromissione nella politica palestinese”, ha detto Saeb Erekat, capo negoziatore per l’Autorità Palestinese.

    01/01/2013 Secondo i dati diffusi lunedì dall’Ufficio Centrale di statistica israeliano relativi al periodo gennaio-novembre 2012, dopo l’aumento del 4,6% nel 2011 e del 5% nel 2010 la crescita economica in Israele si è assestata sul 3,3%. Nonostante il rallentamento, la situazione dell’economia israeliana appare significativamente migliore della media dei paesi OCSE, pari all’1,4%. Nel mese di novembre 2012 il tasso di disoccupazione in Israele è stato del 6,7%, con un decremento dello 0,2% rispetto a ottobre: il numero di persone occupate è passato dal 63,7% al 63,9%.

    01/01/2013 Per la prima volta da quando (nel 2007) vi ha preso violentemente il potere, Hamas lunedì ha autorizzato Fatah a festeggiare nella striscia di Gaza l’anniversario della sua nascita: più esattamente il 48esimo anniversario del primo attacco terroristico di Fatah, fondata nel 1959, compiuto nel 1964 contro Israele a partire dalla Cisgiordania (allora sotto occupazione Giordana). Sul logo per le celebrazioni dell’anniversario di Fatah, una mappa della “Palestina” che copre con i colori della kefiah palestinese anche tutto lo stato di Israele (si veda: http://www.israele.net/articolo,3615.htm ).

    01/01/2013 Secondo i dati diffusi lunedì dal ministero israeliano per l’assorbimento degli immigrati, durante il 2012 sono stati 18.000 gli ebrei che hanno fatto la “aliyah” (si sono stabiliti nel paese): 3.451 dalla Russia, 2.952 dagli Stati Uniti, 2.355 dall’Etiopia, 2.033 dall’Ucraina, 1.853 dalla Francia. Tra i nuovi immigrati, 2.000 professionisti, 200 docenti universitari, 310 medici, 170 infermieri, 569 economisti, 296 avvocati e giuristi, 133 psicologi, 300 artisti. Il 52% degli immigrati sono donne: la più anziana (100 anni) è arrivata in Israele con un gruppo di 186 immigrati provenienti dal Brasile.

    01/01/2013 Siria. Nel corso del solo 2012 sono state uccise in Siria 40.000 persone, vale a dire circa il 90% delle 45.000 vittime della rivolta contro il regime iniziata nel marzo 2011. Lo ha comunicato lunedì l’Osservatorio Siriano dei diritti dell’uomo.

    01/01/2013 Simbolicamente nell’ultimo giorno dell’anno civile 2012 è stata annunciata, lunedì, la conclusione della costruzione della barriera di sicurezza prevista al confine tra Israele e l’Egitto: 227 km, costati 1,4 miliardi di shekel (284 milioni di euro).

    01/01/2013 ”Hamas e Gaza devono decidere cosa vogliono: la guerra o la pace. Se non aprono il fuoco, non spareremo mai su di loro”. Lo ha detto lunedì mattina il presidente israeliano Shimon Peres ricevendo i rappresentanti delle comunità cristiane del paese. “Siamo pronti a parlare con Hamas – ha aggiunto Peres – ma non lo sono loro: per farlo, devono accettare i presupposti indicati dal Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu): non sono le nostre condizioni, sono quelle poste dalla comunità internazionale”.

    01/01/2013 Il numero di morti in incidenti stradali in Israele nel 2012 è stato il più basso degli ultimi 50 anni. Lo ha comunicato domenica il ministro dei trasporti e della sicurezza stradale Yisrael Katz. Dall’inizio dell’anno si sono registrati 287 morti in incidenti stradali, il 25% in meno rispetto al 2011. Negli ultimi quattro anni si è registrata una diminuzione del 20% dei decessi per incidenti stradali rispetto ai quattro anni precedenti. Il numero di incidenti stradali è in calo nonostante il numero di veicoli in Israele sia in continuo aumento. “Negli ultimi dieci anni – ha detto Katz – è calato il numero degli incidenti, il numero dei feriti e il numero dei decessi”. Israele risulta ora al decimo posto nel mondo in termini di minor numero di morti per chilometri percorsi.

    01/01/2013 Il vice direttore del politburo di Hamas, Mussa Abu Marzuk, ha esortato lunedì Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a rimettere a Hamas il controllo sull’Autorità Palestinese. La scorsa settimana, in un’intervista a Ha’aretz, Abu Mazen aveva minacciato di dimettersi e di ”consegnare le chiavi della Autorità Palestinese a Netanyahu” se Israele non avesse accettato le sue condizioni. Su Facebook, Abu Marzuq ha scritto: ”Perché dare le chiavi a Israele? Abu Mazen avrebbe dovuto minacciare di rimettere le chiavi a Hamas, che ha vinto tante guerre”.

    01/01/2013 “Al Qaeda nella Penisola Arabica” ha promesso una taglia di 3 kg d’oro (160.000 dollari) a chiunque uccida l’ambasciatore degli Stati Uniti nello Yemen, l’ebreo americano Gerald Feierstein, e 5 milioni di rial (23.000 dollari) per l’uccisione di un qualunque soldato americano. Lo ha comunicato lunedì la centrale americana di monitoraggio dei siti web islamisti.

    01/01/2013 Secondo i dati diffusi domenica dall’Ufficio Centrale di Statistica, la popolazione di Israele conta oggi 7.981.000 persone. Di questi, 6.015.000 (75,4%) sono ebrei, 1.648.000 (20,5%) sono arabi, mentre 319.000 appartengono ad altri gruppi etnico-religiosi. Nel 2012 sono nati 170.000 bambini e sono immigrate circa 18.000 persone. La popolazione d’Israele è cresciuta di 145.000 unità (più 1,8%), un aumento simile a quello degli ultimi dieci anni durante i quali la popolazione è aumentata in totale di 1.350.000 persone. Nel 1992 Israele contava 5.195.900, mentre 40 anni fa gli abitanti d’Israele erano 3.225.000; nel 1962 se ne contavano 2.331.800 e nel 1952, 1.629.500.

    (Fonte: Israele.net)

    3 Gen 2013, 14:02 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    «Celebriamo ogni mano che ha lanciato un razzo su Israele»

    L’Autorità Palestinese e Fatah, che fanno capo a Mahmoud Abbas (Abu Mazen), hanno entrambe condannato con forza l’operazione israeliana del novembre scorso “Colonna di nube difensiva” volta a distruggere la strutture terroristiche di Hamas nella striscia di Gaza. Entrambe non hanno mai condannato i lanci di razzi di Hamas contro Israele né prima, né durante gli otto giorni di scontri. Al contrario, esponenti di primo piano sia dell’Autorità Palestinese che di Fatah hanno “benedetto Hamas”, “lodato e reso onore” al lancio di razzi contro la popolazione israeliana ed anche perorato “la lotta armata”.
    Almeno cinque membri del Comitato Centrale di Fatah hanno recentemente osannato Hamas e la Jihad Islamica palestinese per gli attacchi coi razzi contro Israele e/o promosso il ricorso alla lotta armata.

    Abbas Zaki, membro del Comitato Centrale di Fatah, dopo il recente conflitto a Gaza ha dichiarato ad una tv palestinese: “I miei sentimenti verso Hamas si sono ammorbiditi. Rendo loro omaggio. Ci hanno procurato grande piacere. Che Allah benedica la Jihad Islamica, che Allah benedica Hamas. Io sono a favore di una vittoria palestinese a Gaza, la vittoria di Hamas e della Jihad Islamica. Nulla conta oggi, per me, tranne la sconfitta di Israele”.
    Per il filmato di Abbas Zaki del 21.11.12 su “Wattan TV” (con sottotitoli in inglese), si veda:
    http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=990&fld_id=990&doc_id=8169
    oppure: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=bsDMSkJaPEI

    L’ammirazione di Zaki per gli attacchi di Hamas contro i civili israeliani è condivisa da un altro membro del Comitato Centrale di Fatah, Jamal Muhaisen: “Noi naturalmente elogiamo la risolutezza del nostro popolo a Gaza. Noi lodiamo e salutiamo ogni mano che ha lanciato un razzo da Gaza su Israele, e ogni mano che ha gettato una pietra sul versante israeliano della Cisgiordania”.

    Analogamente un editorialista del quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese ha espresso la propria soddisfazione per “l’eroica prova delle organizzazioni della resistenza” a Gaza, che sono riuscite “a far arrivare i missili della resistenza a Tel Aviv, Gerusalemme ed Eilat sorprendendo e sconcertando i leader israeliani”, e che hanno sviluppato “la risposta nazionale” in modo tale da “far avanzare le operazioni di bombardamento all’interno di Israele, e con l’esplosione di un autobus [a Tel Aviv] che ha ferito venti persone: un atto che ha sconcertato ancor di più i leader israeliani”.

    Anche l’alto esponente dell’Autorità Palestinese Nabil Shaath ha espresso solidarietà a Hamas, glorificando la morte dell’“eroe” Ahmed Al-Ja’abari (il capo dell’ala terrorista di Hamas, responsabile della morte di decine di israeliani, ucciso dalle forze israeliane all’inizio dell’operazione “Colonna di nube difensiva”): “Che Allah abbia misericordia dell’eroe Ahmed Al-Ja’abari e di tutto gli altri martiri”, ha dichiarato Shaath in un comizio a Gaza. Ed ha aggiunto: “”Siamo tutti qui riuniti per l’unità [tra Fatah e Hamas]: questa unità ci procurerà altre vittorie”.
    Per il video di Nabil Shaath del 22.11.12 sulla tv di Hamas “Al-Aqsa” (con sottotitoli in inglese) si veda:
    http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=990&fld_id=990&doc_id=8145
    oppure: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=qpTpJBdvgIU

    A rafforzare l’elogio del terrorismo di Hamas contro Israele fatto da questi membri di Fatah, altri membri del Comitato Centrale di Fatah hanno continuato a sostenere la ripresa della “lotta armata” contro Israele. Ad un raduno pubblico a Ramallah, l’alto esponente dell’Autorità Palestinese Jibril Rajoub ha giurato: “Chiunque invada il nostro territorio se ne andrà in una cassa di legno. Questa terra è la nostra terra. Che se ne vadano questi terroristi [i leader israeliani] e la gente che li sostiene, questo governo che fa terrorismo ufficiale, che ci porta Baruch Marzel [attivista israeliano di estrema destra] e quello scarafaggio chiamato Liberman [l’allora ministro degli esteri israeliano]. Per fedeltà verso il tuo sangue, o Arafat, che moristi in questo mese [di novembre], noi non rimetteremo la spada nel fodero fino a quando non vi sarà uno Stato, fino a quando non verranno realizzate le nostre aspirazioni, fino a quando i profughi non saranno tornati. Io vi dico che il ritorno [dei profughi e loro discendenti all’interno di Israele] è tra le cose più sacre per Fatah e per tutti i palestinesi. La resistenza [lotta armata] in tutte le sue forme è la scelta strategica di Fatah. Orsù accordiamoci, noi siamo pronti a farlo: se si spara, spareremo; se si manifesta, manifesteremo. Lunga vita alla Palestina!”.
    Per il video di Jibril Rajoub del 29.11.12 sulla PA TV-Fatah (con sottotitoli in inglese) si veda:
    http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=472&fld_id=474&doc_id=8171
    oppure: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ezdKWeBjT_s

    Già all’inizio dell’anno Rajoub aveva dichiarato: “Noi crediamo ancora in tutte le forme di lotta. Nessuno ha rimosso il fucile dall’equazione”.

    Lo scorso 8 ottobre, un altro membro del Comitato Centrale di Fatah, Mahmoud Al-Aloul, aveva ribadito che il sostegno alla “lotta armata” contro Israele costituisce tuttora un valore per Fatah e Autorità Palestinese. “Nessuno ha eliminato l’opzione della lotta armata e della resistenza”, ha affermato alla tv privata palestinese Wattan. Facendo riferimento al testo del “Programma politico” di Fatah confermato dal sesto congresso di Fatah del 2009, Al-Aloul ha detto: “Fatah ritiene che la lotta armata in tutte le sue forme è diritto legittimo delle nazioni occupate quando affrontano gli occupanti. Non penso che vi sia un solo palestinese che abbia escluso o eliminato dai suoi piani la resistenza: qualunque forma di resistenza. Ogni forma di resistenza necessita di certe circostanze per essere utilizzata. Ogni fase ha la sua forma di resistenza più adatta, e la resistenza armata non è stata assolutamente eliminata come opzione da nessuno. Noi ci auguriamo che quella che viene definita la primavera araba crei il clima adatto affinché i palestinesi possano utilizzare [la resistenza armata]”.
    Per il video di Mahmoud Al-Aloul dell’8.10.12 su WattanTV (con sottotitoli in inglese) si veda:
    http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=797&fld_id=797&doc_id=8170
    oppure: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=0-RSc8rcf8Q

    Lo scorso settembre anche Abu Muhammad, portavoce di un’unità delle Brigate Martiri di Al-Aqsa (ala militare di Fatah), ha parlato di “legittimo diritto” quando ha affermato che “è importante vedere la lotta armata come una strategia più che una tattica, come un legittimo diritto e la sola soluzione per liberare la terra e sradicare l’occupazione”.

    Analogamente le Brigate Martiri di Al-Aqsa, in un comunicato-stampa di ottobre, chiedevano “a tutte le fazioni che conducono azioni armate di tornare all’opzione della resistenza nello scontro con l’occupazione”, sottolineando che esse “continueranno la resistenza in tutte le sue forme”. Dicevano inoltre che non c’è alcun cessate il fuoco con Israele, ribadendo che non avrebbero “cessato i loro attacchi fino alla liberazione della Palestina in ogni sua parte”.
    Le reazione delle Brigate Al-Aqsa (di Fatah) all’operazione israeliana anti-Hamas è stata che “sin dal primo momento dopo l’uccisione del comandante [di Hamas] Ahmed Ja’abari, le Brigate [di Fatah] hanno pensato di rispondere per vendicare il suo sangue puro”. Queste le parole usate dal portavoce Abu Muhammad, che si è anche vantato di come le Brigate di Fatah “sono riuscite a lanciare tre razzi mezz’ora dopo che era stata annunciata la morte da martire” di Ja’abari, e di come “le Brigate Al-Aqsa hanno sparato 600 razzi e colpi di mortaio verso i territori occupati [leggi: Israele] durante i giorni dell’aggressione”.

    Un “combattente” delle Brigate di Fatah ha dichiarato: “La guerra [a Gaza] è finita, ma le scorte di armi e razzi delle Brigate Martiri di Al-Aqsa non sono esaurite e noi siamo pronti allo scontro in qualunque momento, e non cederemo mai le nostre armi in nessuna circostanza”.

    (Da: PMW- Palestinian Media Watch Bulletin, 13.12.12)

    http://www.israele.net/articolo,3626.htm

    4 Gen 2013, 09:09 Rispondi|Quota