Guida a prova di giornalista scemo: 10 semplici punti su cosa è successo nelle elezioni politiche israeliane

 
Alex Zarfati
23 gennaio 2013
6 commenti


Ora che la nebbia delle elezioni si è diradata ed Israele è stato ancora una volta un esempio brillante di democrazia, ecco le 10 principali indicazioni che possiamo ricavarne, ad uso dei giornalisti nostrani che già pubblicano foto di Netanyahu arrabbiato e parlano di una deriva a destra. 

1. Israele non si è spostato a destra

Piuttosto gli elettori si sono mossi più verso il centro, come esemplificato dal debutto notevole di Yesh Atid del’ex-giornalista Yair Lapid. Che cosa significa questo per i grandi temi regionali e soprattutto per l’interazione con i palestinesi? Beh, questo dipende dalla natura della coalizione. E per questo, dovremo aspettare un po’.

2. Netanyahu è malconcio, ma ancora vincitore.

Quello di Martedì è stato un voto per il cambiamento. Decine e decine di membri della Knesset sono stati spazzati via. Ma Netanyahu è ancora in sella.

3. Il partito di Netanyahu, il Likud, ha subito una sonora batosta

Il Likud aveva 27 seggi alla Knesset, ora ne avrà solo 20. C’è molta amarezza visto che a destra si sono persi voti in favore di “Casa ebraica” di Naftali Bennett, mentre il suo alleato Yisrael Beytenu perde i voti russi a favore del centro di Yesh Atid. Molti dei colleghi di partito del primo ministro hanno un umore decisamente diverso da quello di Bibi, oggi.   

4. Yair Lapid ha avuto un successo clamoroso

Nella sua prima incursione in politica, Yair Lapid ha travolto le aspettative. Netanyahu difficilmente potrà mettere insieme una coalizione senza di lui. Staremo a vedere come effettivamente potrà stare in piedi con i suoi principi tra squali della politica con molta più esperienza. Lapid, finora, non ha sbagliato una mossa: schivando persino l’alleanza con i Laburisti e Tzipi Livni, che poteva costargli molti seggi. Era difficile immaginare che molti israeliani provenienti dal centro o centro-destra avrebbero appoggiato una formazione come Yesh Atid, con legami nel centro-sinistra e sinistra. Probabilmente hanno giovato anche le sue dichiarazioni di non ostilità nei confronti degli ultra-ortodossi, e la distanza tenuta dall’amico di famiglia Ehud Olmert.

 5. Yesh Atid dimostra di poter essere il centro politico israeliano

Il partito di Lapid ha preso 19 seggi da tutte le formazioni, con un astuto mix di candidati e un approccio inclusivo che evidentemente ha funzionato con gran parte dell’elettorato. Yesh Atid non appare come un insieme di politici opportunisti in cerca di una nuova casa, ma come un gruppo di talenti freschi, diversi, con un sacco di esperienza nel mondo reale, che ora rivolgono la loro attenzione alla politica. La loro evidente mancanza di esperienza parlamentare non è sembrata preoccupare i loro elettori; anzi semmai ha costituito un vantaggio.   

6. I laburisti di Shelly Yachimovich non hanno convinto

Il Partito Laburista “rivitalizzato” dalla 52enne Shelly Yachimovich non va oltre 2 seggi in più del vecchio stanco Labor Party di Ehud Barak di quattro anni fa, e diventa il 3°partito. Molti israeliani sono preoccupati moltissimo per le disuguaglianze economiche e sociali, ma avrebbero voluto essere all’interno della coalizione di governo, mentre lei aveva scartato una partnership con Netanyahu. Altri potenziali elettori hanno sentito la mancanza di politiche valide sulla pace e la sicurezza. I voti degli irriducibili pacifisti sono andati a Meretz. In sostanza erano in pochi a vedere la Yachimovich come una credibile alternativa al premier Netanyahu, ma lei si giocherà la carta di fare pressioni su Lapid per evitare che possa aiutare Netanyahu nella formazione del governo. 

7. Naftali Bennett ha solo iniziato la sua corsa

Erano così elevate le aspettative sulla “Casa ebraica” di Naftali Bennet, che un risultato finale di 11 seggi è visto da alcuni nel partito come una delusione. Ma è tutt’altro. In appena due mesi, Bennett con la forza di volontà e personalità – esperienza appresa nelle gerarchie d’elite dell’esercito, al fianco di Netanyahu in carica del primo ministro, nel mondo degli affari e nella gestione del Consiglio dei Coloni – ha quadruplicato la sua forza alla Knesset. Gli elettori in cerca di cambiamento e quelli giovani si sono divisi tra Bennett e Lapid. Bennett resta un uomo con una missione: compiere una sintesi sublime tra ebraismo ortodosso e sionismo laico. E’ solo all’inizio.

8. Israele gli arabi si fanno del male da soli

La comunità araba paga la sua bassissima partecipazione alle elezioni. Se in Israele gli arabi andassero alle urne in numero maggiore, avrebbero facilmente più rappresentanti alla Knesset e sarebbero in grado di difendere i propri interessi in modo più efficace (così come la comunità ultra-ortodossa ha fatto nel corso dei decenni). Addirittura la Lega Araba aveva suggerito agli arabi d’Israele di approfittare della possibilità data dalla sua democrazia, ma non è stata ascoltata.

 9. Il blocco destra/Ortodossi perdono parecchi seggi cruciali 

La mancanza di unità è costata più agli ortodossi che ai partiti di sinistra. In questo modo hanno perso la possibilità di essere determinanti ai fini della costruzione del governo di Netanyahu.

10. Politicamente Israele è ancora una nazione molto eterogenea

Il primo Ministro si è svegliato con l’arduo compito di formare una coalizione stabile gestendo i 120 seggi della Knesset: un mix di ebrei, arabi, destra radicale, sinistra radicale, ultra-ortodossi, laici e ogni altra sfumatura. Netanyahu ha poche opzioni davanti a se, tutte ugualmente problematiche. Il primo scenario è quello di formare un governo di centro-destra includento i suoi partner naturali: Habayit Hayehudi di Naftali Bennett gli ultra-Ortodossi sefarditi dello Shas e Degel HaTorah, un altro partito ultra-Ortodosso ma ashkenazita.  Un secondo scenario è la creazione di una formazione che vada da destra al centro-sinistra (Yair Lapid di Yesh Atid, Tzipi Livni-Hatnua e Shaul Mofaz-Kadima), escludendo gli ultra-ortodossi.

Ma forse il miglior scenario per Netanyahu è quello di formare un governo ampio, con i suoi naturali partner di destra e il blocco centro-sinistra. In questo caso, la dimensione potrebbe anche essere uno svantaggio e Netanyahu dovrà lottare bene per stabilire linee guida chiare per tutti i membri della coalizione. Stiamo a vedere cosa succederà nelle prossime ore.

 

Alex Zarfati

[Da uno spunto di Timesofisrael, Ynet e i tg locali]


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  • #1Alberto Pi

    Risultati finali delle elezioni israeliane del 22 gennaio 2013 per la 19esima Knesset (Comunicati dalla Commissione Elettorale Centrale mercoledì mattina):

    Likud-Yisrael Beitenu (di Benjamin Netanyahu, Avigdor Lieberman): 31 seggi

    Yesh Atid ”C’è futuro” (di Yair Lapid): 19 seggi

    Havodah ”Laburisti” (di Shelly Yachimovich): 15 seggi

    Shas (di Eliyahu Yishai, Aryeh Machlof Deri): 11 seggi

    Habayit Hayehudi ”Casa Ebraica” (di Naftali Bennett): 11 seggi

    Ebraismo Unito della Torah (di Yakov Litzman): 7 seggi

    HaTnuah ”Il Movimento” (di Tzipi Livni): 6 seggi

    Meretz (di Zahava Gal-On): 6 seggi

    Raam-Taal (di Ibrahim Sarsur): 5 seggi

    Hadash (di Mohammad Barakeh): 4 seggi

    Balad (di Jamal Zahalka): 3 seggi

    Kadima ”Avanti” (di Shaul Mofaz): 2 seggi

    23 Gen 2013, 23:09 Rispondi|Quota
  • #2Alberto Pi

    24/01/2013 Le consultazioni per la formazione della nuova coalizione di governo dovrebbero iniziare giovedì, inizialmente con una serie di incontri informali del presidente Shimon Peres.

    24/01/2013 “Il messaggio dell’elettorato è chiaro: vuole che io continui a guidare il paese con una coalizione di governo più ampia possibile”. Lo ha detto mercoledì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un breve discorso alla tv a commento dei risultati elettorali. Secondo Netanyahu, il governo dovrà porsi tre obiettivi principali di politica interna: equa distribuzione di diritti e doveri, alloggi a prezzi accessibili per tutti, riforma del sistema politico.

    24/01/2013 Il presidente Shimon Peres rappresenterà Israele, giovedì, al 43esimo Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera, alla presenza di una cinquantina di capi di stato e di governo, oltre al segretario generale dell’Onu, a grandi agenzie mondiali come il Fondo Monetario Internazionale e la World Trade Organization, e 1.600 uomini d’affari da tutto il mondo.

    24/01/2013 Secondo un sondaggio condotto per il canale tv della Knesset dall’istituto Dahaf-Mina Tzemach e diffuso mercoledì, il 58% degli israeliani preferirebbe un governo di coalizione guidato da Benjamin Netanyahu con i partiti di centro, piuttosto che quelli di destra. Inoltrre il 63% degli intervistati vorrebbe che il nuovo governo tentasse di rilanciare il processo di pace con i palestinesi.

    24/01/2013 Secondo fonti palestinesi, una palestinese sarebbe rimasta uccisa mercoledì da tiri di soldati israeliani che reagivano al lancio di ordigni incendiari a El Arub, tra Gush Etzion e Hebron (Cisgiordania). Le Forze di Difesa israeliane hanno ordinato un’inchiesta.

    24/01/2013 Arabia Saudita. Mohammed Omar Khan, un cittadino afghano condannato a morte per traffico di droga, è stato decapitato mercoledì alla Mecca. Ne ha dato notizia il ministero dell’interno saudita con un comunicato all’agenzia di stampa ufficiale SPA. È la sesta decapitazione in Arabia Saudita dall’inizio di quest’anno.

    24/01/2013 Giordania. Boicottate dagli islamisti della Fratellanza Musulmana, principale forza di opposizione, e dal Fronte di Riforma Nazionale dell’ex primo ministro Ahmad Obeidat, le elezioni legislative tenutesi mercoledì nel regno hascemita.

    23/01/2013 Elezione della 19esima Knesset. Secondo gli exit poll diffusi martedì sera, subito dopo la chiusura dei seggi, la lista Likud-Israel Beitenu otterrebbe 31 seggi (ne aveva 41 nella Knesset uscente); al secondo posto si posiziona a sorpresa il centrista Yesh Atid (C’è futuro) di Yair Lapid con 19 seggi (che diventerebbe il vero ”ago della bilancia”); al terzo posto i laburisti di Shelly Yachimovich con 16 o 18 seggi, seguiti da Habayit Hayehudi (Casa ebraica) di Naftali Bennett con 13 o 14 seggi. Seguirebbero: Shas con 11 seggi, HaTnuah di Tzipi Livni 7 seggi, Meretz 7 seggi, Ebraismo Unito della Torah 6 seggi, i partiti arabi complessivamente 9 seggi. Stando agli exit poll, la somma delle formazioni di destra arriverebbe a 61 o 62 seggi (su 120), contro i 58 o 59 seggi della somma delle liste di centro-sinistra. I risultati definitivi ufficiali dovrebbero essere annunciati nelle prime ore di mercoledì mattina. L’affluenza alle urne è risultata maggiore del 4% rispetto alle elezioni legislative precedenti (2009).

    23/01/2013 Mustafa Bargouti, alto esponente di Hamas, ha denunciato la visita martedì del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al Muro Occidentale (“del pianto”) a Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri dell’ebraismo, definendola “una provocazione contro i sentimenti musulmani” e un “insozzamento dei loro luoghi santi”.

    23/01/2013 Si terrà il 5-6 febbraio a Tel Aviv la Fiera del Turismo, che vedrà la partecipazione di 150 agenzie di viaggio da più di 30 paesi diversi compresi, per la prima volta, Taiwan e Filippine.

    23/01/2013 La Società israeliana per la Protezione della Natura ha pubblicato martedì un sondaggio d’opinione secondo il quale il 71% degli israeliani vuole che la nuova Knesset si faccia carico delle questioni che riguardano l’ambiente. Secondo il sondaggio, il 75,3% degli intervistati ritiene che le questioni ambientali siano essenziali per la qualità della vita.

    23/01/2013 Dopo il primo ministro egiziano Hisham Qandil e l’emiro del Qatar al Thani, anche il primo ministro della Malaysia, Najib Razak, in visita martedì nella striscia di Gaza (la “prigione a cielo aperto” della propaganda anti-israeliana) controllata da Hamas. L’ufficio del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha condannato la visita del primo ministro malese a Gaza come un attentato allo status dell’Autorità Palestinese (Fatah) in quanto rappresentante del popolo palestinese, e ha chiesto con un comunicato stampa “un chiarimento” da parte del governo malese.

    22/01/2013 Israele al voto. Alle 18.00 (ora locale) di martedì l’affluenza alle urne era del 55,5%, vale a dire il 5,2% in più rispetto al 2009 (alla stessa ora). Secondo molti osservatori, l’alta partecipazione al voto potrebbe riservare sorprese rispetto ai sondaggi pre-elettorali. I seggi chiudono alle 22.00 di martedì sera.

    22/01/2013 Israele al voto. Alle 16.00 (ora locale) la Commissione elettorale centrale ha comunicato che l’affluenza alle urne era al 46,6%, in aumento rispetto al 41,9% delle elezioni del 2009 alla stessa ora. In aumento anche l’affluenza al voto dei militari in servizio e dei detenuti. Si tratta sinora della più alta affluenza alle urne dal 1999 (quando alle 16.00 la partecipazione al voto era stata del 51,8% degli aventi diritto).

    22/01/2013 Israele al voto. Alle 14.00 (ora locale) di martedì risulta confermata l’elevata affluenza alle urne nelle elezioni per la 19esima Knesset: 38,3% (contro il 34% alla stessa ora nelle precedenti elezioni del 2009). Se confermata, l’affluenza alla fine delle operazioni di voto potrebbe superare il 70%. Secondo gli osservatori, l’alta partecipazione al voto potrebbe riservare sorprese rispetto ai sondaggi pre-elettorali.

    22/01/2013 Israele al voto: a mezzogiorno di martedì l’affluenza alle urna risulta del 26,7% (contro il 23,4% del 2009 e il 21,6% del 2006, alla stessa ora).

    22/01/2013 Israele al voto. Le principali liste in lizza martedì sono: Likud-Yisrael Beitenu (Benjamin Netanyahu, Avigdor Lieberman), Havodah ”Laburisti” (Shelly Yachimovich), Habayit Hayehudi ”Casa Ebraica” (Naftali Bennett), Shas (Eliyahu Yishai, Aryeh Machlof Deri), Yesh Atid ”C’è futuro” (Yair Lapid), Ebraismo Unito della Torah (Yakov Litzman), Meretz (Zahava Gal-On), HaTnuah ”Il Movimento” (Tzipi Livni), Hadash (Mohammad Barakeh), Kadima ”Avanti” (Shaul Mofaz), Otzma LeIsrael (Arieh Eldad, Michael Ben Ari), Raam-Taal (Ibrahim Sarsur), Balad (Jamal Zahalka), Am Shalem (Chaim Amsallem).

    22/01/2013 5,6 milioni di israeliani alle urne, martedì, per il rinnovo della 19esima Knesset: il parlamento a camera singola composto da 120 seggi. Alle ultime elezioni (2009) l’affluenza è stata del 69,5%. I seggi vengono assegnati in ordine di lista in proporzione ai voti ottenuti da ogni formazione su collegio unico nazionale. Quorum minimo di ingresso: 2%. Dopo le elezioni, spetta al presidente (Shimon Peres) conferire l’incarico al leader che ha maggiori probabilità di formare il nuovo governo (maggioranza di 61 seggi). Sin dalla nascita, tutti i governi israeliani sono stati sostenuti da una coalizione di diversi partiti.

    22/01/2013 La commissione elettorale israeliana ha completato lunedì sera i preparativi per le elezioni legislative di martedì. I seggi saranno aperti dalle 7:00 alle 22:00 (ora locale). In tutto sono presenti 31 liste. Il portavoce della polizia israeliana ha reso noto che più di 20.000 agenti saranno dispiegati nei pressi dei 10.132 seggi elettorali per ”garantire la sicurezza dei cittadini” durante le operazioni di voto.

    22/01/2013 Il presidente d’Israele Shimon Peres ha esortato lunedì tutti i cittadini israeliani a dar prova di senso civico esercitando il diritto di voto. ”Domani vado a votare con grande orgoglio ed emozione – ha detto Peres – in quanto cittadino che ama il proprio paese e che è fiero di vivere in uno stato democratico”.

    22/01/2013 Sono circa 3.000 i soldati che hanno già votato, lunedì sera, in una sessantina di seggi distribuiti nelle basi militari in varie parti del paese. Tra questi, i soldati della marina, dell’aviazione, le unità d’elite Sayeret Matkal e quelli di stanza al nord sulle alture del Golan.

    22/01/2013 Terroristi palestinesi hanno aperto il fuoco lunedì sera in direzione del villaggio israeliano di Migdal Oz, nell’area di Gush Etzion (poco a sud di Gerusalemme). Non si registrano vittime.

    22/01/2013 Parlando all’apertura di un vertice economico arabo a Riyadh (Arabia Saudita), il presidente egiziano Mohamed Morsi si è detto totalmente contrario all’intervento militare anti-qaedista della Francia in Mali.

    22/01/2013 Secondo il rapporto annuale pubblicato dall’Agenzia Ebraica, l’immigrazione ebraica in Israele è scesa del 2% nel 2012 rispetto all’anno precedente, con 18.691 nuovi immigrati contro i 19.289 nel 2011. Nel dettaglio, si è registrato un decremento del 16% dell’immigrazione dall’Etiopia, ma un aumento del 6% dell’immigrazione degli ebrei dall’Europa occidentale.

    22/01/2013 Autorità Palestinese. Venti persone sono rimaste ferite, lunedì mattina, in scontri tra giovani manifestanti palestinesi e polizia dell’Autorità Palestinese nel campo di al-Amari, alle porte di Ramallah (Cisgiordania).

    21/01/2013 Yosef Kaplan, insigne storico dell’Università di Gerusalemme, ha ricevuto il Premio Israel in ”storia del popolo d’Israele”. Lo ha annunciato domenica il ministro dell’istruzione, Gideon Saar. Il premio gli è stato conferito in particolare per le sue ricerche sul passaggio dalla società ebraica tradizionale alla società moderna, e quelle sul mondo intellettuale dei “marrani” e dei loro discendenti tornati all’ebraismo.

    21/01/2013 Siria. La madre del presidente Bashar Assad, Anissa Makhlouf, avrebbe raggiunto da una decina di giorni a Dubai (Emirati Arabi Uniti) la figlia Bouchra, che vi si trova da diversi mesi. Lo hanno detto domenica all’agenzia AFP dei siriani che risiedono negli Emirati.

    21/01/2013 Iran. Due giovani condannati per omicidio sono stati impiccati domenica mattina. I loro due complici sono stati condannati a 10 anni di carcere, 74 colpi di frusta e cinque anni di esilio.

    21/01/2013 L’Egitto ha sequestrato un carico di 50 casse di esplosivi dirette verso il Sinai, con destinazione finale le milizie islamiste locali o quelle nella striscia di Gaza.

    21/01/2013 Le Forze di Difesa israeliane hanno iniziato a sgomberare senza incidenti, domenica mattina, l’avamposto abusivo di Oz Sion (Cisgiordania).

    21/01/2013 Per la prima volta è stato celebrato in Israele un matrimonio con moglie transessuale. Erez, nato in una famiglia religiosa tradizionale, è diventata Arizona e gestisce un salone di bellezza a Tel Aviv.

    (Fonte: Israele.net)

    23 Gen 2013, 23:11 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    Ma…avete letto questo articolo di Lerner?! Pazzesco!!!!! Ma questa gente non si rende conto dei danni che causa ad Israele scrivendo cose del genere?! Io sono allibito…

    http://www.gadlerner.it/2013/01/23/il-falco-netanyahu-si-e-preso-una-bella-sberla-dagli-israeliani

    24 Gen 2013, 12:24 Rispondi|Quota
    • #4Emanuel Baroz

      @Daniel: Purtroppo si, lo abbiamo letto. Il problema caro Daniel è che secondo i Lerner e gli Ovadia (che oggi ne ha detta un’altra delle sue, ovviamente sempre contro Netanyahu) scrivere ed affermare cose del genere fa bene ad Israele e alla sua democrazia. Che ci vuoi fare….evidentemente lo strabismo politico di cui è afflitto il personaggio di cui parliamo in questo articolo qui sopra affligge anche altri….purtroppo.

      24 Gen 2013, 12:39 Rispondi|Quota
    • #5Daniel

      @Emanuel Baroz: scusa ma di quale personaggio parli?!

      24 Gen 2013, 20:32 Rispondi|Quota