I manifesti contro gli ebrei a Roma svelano definitivamente la saldatura tra antisionismo e antisemitismo

 
Emanuel Baroz
10 agosto 2014
2 commenti

Roma e lo sfregio ai negozi degli ebrei. L’antisionismo si salda all’antisemitismo

Le sortite dell’odio sui negozi degli ebrei

di Pierluigi Battista

antisemitismo-antisionismo-manifesti-roma-boicottaggio-negozi-ebrei-focus-on-israelFaranno finta di non capire anche stavolta? Si ostineranno a leggere le schifezze antisemite che anche ieri hanno imbrattato i negozi degli ebrei romani come il residuo demenziale di minoranze condannate dalla storia, teste vuote e rasate di chi gioca al neonazismo per riesumare simbolicamente un passato di orrore? Si firmano come estremisti di destra, ma vogliono imporre il boicottaggio delle merci israeliane secondo i desideri della sinistra accecata dal pregiudizio e nutrita di sconsiderato odio antisionista.

Sono la prova della oramai avvenuta simbiosi tra antisemitismo e aggressività antisionista. Si fanno scudo della polemica contro gli ebrei di Israele per prendersela con gli ebrei sparsi nel mondo. E a Roma, in particolare.

Gli ebrei di Roma lo sanno già. Sanno già che chi negli anni scorsi ha circondato il Ghetto di Roma con slogan bellicosi non erano i soliti, luridi antisemiti di una volta, ma nuovi odiatori dell’ebraismo ribattezzato pudicamente «sionismo». Conoscono già il volto degli assassini del piccolo Stefano Gay Taché, trucidato nel 1982 davanti alla Sinagoga romana. Sanno già che l’oltraggio al quartiere che il 16 ottobre del ’43 fu il palcoscenico del rastrellamento degli ebrei romani, deportati ad Auschwitz, senza ritorno, non ha fermato la mano di chi deturpa con scritte anti-Israele la memoria storica di una ferita che a Roma non si rimarginerà mai. Sanno già che il boicottaggio delle merci israeliane, promosso da organizzazioni che stanno in silenzio di fronte alle stragi apocalittiche di cui si rendono responsabili regimi che hanno fatto del verbo antisionista la loro bandiera, si salda con un linguaggio oramai pericolosamente vicino all’antisemitismo classico. Sanno che gli sciocchi professori che in Occidente propongono il boicottaggio dei ricercatori israeliani ammantano con il virtuoso linguaggio dell’umanitarismo il loro odio osceno per gli ebrei.

Chi ha scritto quegli slogan sui negozi degli ebrei romani purtroppo sa, oggi, di godere di una considerazione insperata nei decenni passati. Sa che l’antisionismo ha sdoganato l’antisemitismo sotto altre forme e ha rotto un tabù sinora intangibile nel ricordo della Shoah. Sa che la rituale disapprovazione pubblica per questi gesti eviterà di guardare in faccia la realtà, di avvolgerla in una nebbia indistinta, di capire chi sono oggi i veri nemici degli ebrei e qual è il linguaggio ambiguo e velenoso di cui fanno uso. In tutta Europa. E, come sempre, a Roma.

(Fonte: Corriere della Sera, 10 Agosto 2014)

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  • #1Emanuel Baroz

    Quell’odio anti ebraico che infiamma l’Europa

    Esplode l’antisemitismo: dalla Germania all’Italia si moltiplicano i casi di odio. Quattromila ebrei in fuga da Parigi.

    di Andrea Indini

    “Per gli ebrei sono i tempi peggiori dall’era del nazismo”. Dalle pagine del britannico Guardian, il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Dieter Graumann, rinnova la denuncia sull’ondata di antisemitismo esplosa in Europa con gli scontri a Gaza facendo un riferimento esplicito all’olocausto.

    Il paragone non sfugge in Germania, e finisce sui siti delle principali testate, che lo riportano senza commento. La denuncia non è nuova. Charlotte Knobloch, numero uno della comunità ebraica di Monaco, è arrivata ad invitare gli ebrei a non rendersi riconoscibili come tali. E da giorni lo stesso Graumann ripete che la comunità giudaica ha di nuovo paura, a causa delle molte manifestazioni di odio raccolte in queste settimane. Lo stesso odio che in Francia ha spinto quattromila ebrei all’Aliyah, a tornare in Israele.

    Al quotidiano di Londra, Graumann ha ripetuto che “per strada senti urlare cose come ‘gli ebrei dovrebbero essere gasati’ e ‘gli ebrei dovrebbero essere bruciati’ (slogan gridati durante le manifestazione pro-palestinesi, ndr). Non avevamo avuto cose del genere in Germania da decenni. Chi pronuncia queste parole non sta criticando la politica di Israele, questo è puro odio contro gli ebrei: nient’altro”. E non è solo un fenomeno tedesco, ma sembra contagiare tutto il Vecchio Continente. Una denuncia che riecheggia quanto ha sostenuto nei giorni scorsi a Berlino. Il riferimento esplicito al nazismo, invece, è un passo in più e definitivo di condanna della reazione che la comunità ebraica ha subito, in molti paesi d’Europa, in concomitanza dell’ultimo scontro sulla Striscia di Gaza.

    Graumann non è certo il solo ad aver preso una posizione forte. Contro l’antisemitismo si sono pronunciati l’Onu, Angela Merkel e Manuel Valls. “Chi attacca un ebreo in quanto ebreo – ha detto nei giorni scorsi il premier francese – attacca la Francia”. Ed è proprio nelle banlieu parigine che l’odio antiebraico sta esplodendo. È qui che i giovani di origine arabo-musulmana venerano il comico Dieudonné, che col gesto della quenelle ha costruito un successo cavalcando il rancore delle comunità islamiche, e l’ex militante del Partito comunista Alain Soral che teorizza una Francia black-blanc-beur contro il “pericolo sionista”. È qui che l’associazione Egalite et Réconciliation organizzerà fra qualche giorno campi di addestramento nella foresta di Fontainbleau, alle porte di Parigi, per insegnare la guerriglia ai militanti pro Palestina. Ed è sempre qui che durante la manifestazione “Jour de colère” si scandisce lo slogan “Morte gli ebrei”. “L’indifferenza della società civile sulla questione dell’antisemitismo preoccupa a lungo termine gli ebrei di Francia – spiega il direttore dell’Agenzia ebraica francese, Ariel Handel – in Israele sono più preoccupati per noi che per loro, nonostante lì ci sia la guerra, perché almeno hanno un esercito che li protegge”. Da gennaio almeno quattromila ebrei hanno abbandonato la Francia. E, stando al report dell’Agenzia ebraica, altri 25mila sarebbero pronti a partire per Israele.

    In Germania le manifestazioni anti-israeliane delle scorse settimana sono state l’occasione di portare in piazza slogan razzisti. C’è poi stato l’attacco incendiario notturno a una sinagoga, quella di Wuppertal: tre molotov sono state lanciate contro l’ingresso. Subito dopo sono stati arrestati un diciottenne, che ha detto di essere palestinese, e un profugo siriano. In Francia le sinagoghe attaccate sono state addirittura otto. In Italia sono state denunciate svastiche sulle vetrine dei negozi di commercianti ebrei. Su numerosi muri di Roma sono stati affissi manifesti firmati “Vita est militia” che invitano a boicottare i “prodotti di Israele” ed elencano un cinquantina di attività della Capitale. In Olanda la principale associazione che combatte l’antisemitismo, Cidi, ha ricevuto una settantina di telefonate di allarme in una settimana. E in Belgio una donna è stata allontanata da un negozio con le parole: “Al momento non vendiamo agli ebrei”. È accaduto altre volte che, con l’esplosione della violenza a Gaza, le comunità ebraiche abbiano subito atti di intimidazione e agguati. Ma quello che si registra in questi giorni è un fenomeno che sembra avere una portata diversa. “Non stanno gridando a morte gli israeliani, stanno gridando a morte gli ebrei”, ha sottolineato il presidente della comunità ebraica francese Crif Roger Cokiermana. Che conclude: “In Europa il conflitto di Gaza sta respirando nuova vita in un demone molto vecchio e orrendo”.

    (Fonte: Il Giornale, 9 agosto 2014)

    11 Ago 2014, 01:25 Rispondi|Quota
  • #2Frank

    Piano piano inizia il conto alla rovescia, speriamo che i politici dell’UE si svegliano. L’odio verso gli ebrei si sta divulgando a ritmo serrato in tutto l’occidente, v. Francia Italia, Olanda, eccc….

    11 Ago 2014, 10:29 Rispondi|Quota