La disinformazione dei mass media italiani al servizio del terrorismo palestinese

 
Emanuel Baroz
11 ottobre 2015
1 commento

La disinformazione dei mass media italiani al servizio del terrorismo palestinese

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Noi accusiamo. In un mondo sconvolto dalla violenza, con 30.000 persone al giorno che muoiono per fame, i nostri mezzi di informazione di massa hanno dato il massimo rilievo solo alle azioni dell’esercito israeliano. I morti in Afghanistan, i morti in Iran, i morti in Siria, le decine di morti in Libano dopo l’arrivo dei palestinesi, i bambini della Galilea bombardati, questi morti non valgono, e anche i terroristi palestinesi sono considerati mansueti, pacifici: avevano immensi arsenali di armi in Libano, ma solo per giocare…“. Queste parole pronunciate l’11 Ottobre 1982 nell’aula del Campidoglio durante la seduta del consiglio comunale dal Prof. Bruno Zevi risuonano ancora oggi nelle nostre menti.

Risuonano perchè ahinoi a leggere e ad ascoltare il modo in cui i mass media italiani hanno riportato le notizie degli ultimi giorni riguardanti gli attacchi dei terroristi palestinesi contro cittadini israeliani sembra di essere tornati in quegli anni, anni in cui la ricerca di una giustificazione per i crimini commessi dai palestinesi sembrava essere diventato l’obiettivo principale della gran parte dei giornalisti e degli intellettuali italiani, molti dei quali ottenebrati dalla propria ideologia politica ed incapaci di aprire gli occhi di fronte a ciò che accadeva in Italia e nel mondo.

Abbiamo assistito infatti negli ultimi giorni a telegiornali e ad articoli  in cui la cronologia degli avvenimenti veniva sistematicamente ribaltata, mentre le vittime israeliane degli attacchi dei palestinesi erano sempre “ultraortodossi” se non”coloni”, e mai semplicemente ebrei e padri di famiglia, facendo si che in questo modo le loro morti venissero “accettate” dal pubblico come fossero “naturali” perchè di persone che “occupano” una terra non loro, quando invece non è così, è basterebbe raccontare le reali dinamiche dei fatti per rendere giustizia alle loro tragedie. Non è normale che un cittadino ebreo israeliano non possa camminare per le strade della propria città per recarsi nel luogo più sacro per la propria religione senza aver paura di essere accoltellato da un palestinese che, seguendo ciò che viene affermato a più riprese dalle varie leadership palestinesi, vuole “liberare Gerusalemme”, ma questo aspetto non sembra incredibilmente interessare ai vari inviati in Israele!

Le responsabilità del presidente dell’ANP con mandato scaduto Abu Mazen (Mahmoud Abbas) sono ampie ed evidenti e dovrebbe essere un dovere di chi si occupa di informazione sottolinearle con il dovuto risalto, ma questo non accade: Ansa, Repubblica, Corriere della Sera, Tgla7, SkyTg24, Tg1, Tg2, Tg3, Tg di Mediaset, sono tutti colpevoli in egual misura di questa diffusione di mezze verità volte solo ed esclusivamente a mostrare lo Stato di Israele ed  i propri cittadini (tra cui lo ricordiamo, non ci sono solo ebrei…) come dei violenti carnefici che vogliono la distruzione dei propri vicini, quando l’esaltazione costante del terrorismo palestinese e la glorificaizone dello stesso da parte di Hamas e di Fatah è continua.

La storia di Israele dimostra invece che una pace stabile e duratura con i paesi confinanti è stata sempre ricercata con impegno dai vari premier israeliani che si sono susseguiti nel corso degli anni, mentre per i palestinesi l’unica via da Yasser Arafat in poi è sembrata sempre essere quella della violenza e della cancellazione dello stato ebraico. Questo bisognerebbe raccontare e ricordare sempre a tutti.

E’ troppo chiedere il rispetto della verità ai maggiori esponenti dell’informazione in Italia?

Nell’immagine in alto: il modo in cui tra poco i mass media italiani riporteranno le notizie…

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  • #1Emanuel Baroz

    “COLONI”

    Se una giovane coppia di sposi israeliani che vivono in Cisgiordania viene assassinata i media italici parlano subito dell’uccisione di due coloni israeliani. E se un bambino israeliano viene ucciso si tratta del figlio di “coloni” se per caso i suoi genitori vivono in o nei pressi della Cisgiordania. Molti israeliani sono “coloni” prima che esseri umani. Per gli occidentali “buoni” questo non giustifica il loro omicidio, ma, insomma…

    I cosiddetti “coloni” altro non sono che normalissimi cittadini ebrei che vivono nei territori contesi, i territori cioè che Israele conquistò nelle guerre che dovette sostenere per difendere la sua esistenza e che potrebbero diventare i territori di uno stato palestinese, se questo accettasse di riconoscere senza se e senza ma lo stato ebraico.

    Val la pena di notare alcune cose.

    1) Nessun stato ha mai restituito territori conquistati in guerra, specie se la guerra è stata provocata da una aggressione nei suoi confronti L’Italia ha perso l’Istria al termine del secondo conflitto mondiale, nessuno gliela ha mai restituita e nessuno pensa di chiederla.

    2)Israele ha restituito il Sinai all’Egitto, che lo aveva perso nella guerra dei sei giorni. Lo ha fatto in cambio del solo riconoscimento diplomatico. Si tratta di un fatto unico nella storia. Qualcuno riesce ad immaginare l’URSS che restituisce alla Germania territori che questa ha perso nel secondo conflitto mondiale, in cambio del semplice riconoscimento diplomatico?

    3) Israele ha ceduto Gaza ai palestinesi. Invece di pensare a costruirci le condizioni minime per una vita decente questi la hanno trasformata in una base missilistica.

    4) I palestinesi amministrano gran parte della Cisgiordania.

    Ma, tralasciamo pure questi “dettagli”. Esistono, è vero, in Cisgiordania, degli insediamenti israeliani. I filo palestinesi li presentano come il risultato di una selvaggia “colonizzazione” che ha strappato ai palestinesi le loro case e le loro terre. In realtà, i famosi “coloni” altro non sono che dei civili ebrei che vivono accanto a dei civili palestinesi, senza aver loro strappato assolutamente nulla.

    Personalmente sono contrario alla politica delle porte aperte ad una immigrazione senza limiti né controlli, ma mi guardo bene dal definire “colono” l’idraulico rumeno che effettua la manutenzione dell’impianto di riscaldamento di casa mia. Si può essere o meno d’accordo con la politica israeliana degli insediamenti, ma questo non autorizza nessuno a considerare “coloni” dei normalissimi cittadini ebrei, meno che mai autorizza il minimo atto di violenza nei loro confronti.

    Definire “coloni” gli ebrei che vivono in Cisgiordania risulta particolarmente insopportabile se si pensa che il capo della autorità nazionale palestinese le poche volte in cui accenna, bontà sua, al riconoscimento di Israele si affretta ad aggiungere che lo stato ebraico dovrebbe accogliere svariati milioni di palestinesi, discendenti dei cinque, seicentomila che emigrarono dopo le guerre del 1948 e del 1967. Per essere “riconosciuto” Israele dovrebbe accettare una massa di immigrati pari quasi alla sua popolazione, in pratica dovrebbe trasformarsi in una sorta di repubblica islamica! una follia, questa si di tipo coloniale! Del resto, in Israele vivono già circa un milione di arabi, godono dei fondamentali diritti civili e politici, hanno loro luoghi di culto ed una loro rappresentanza parlamentare. Nessuno li definisce “coloni”, si chiede loro soltanto di non solidarizzare col terrorismo.

    Il punto davvero fondamentale è che per gran parte dei musulmani è intollerabile che un “infedele” viva accanto a loro e goda dei loro stessi diritti, meno che mai una cosa simile è tollerabile se l’”infedele” è ebreo. Nei paesi musulmani i non musulmani sono dhimmi: persone cui è concesso di praticare la loro fede in cambio della accettazione di uno stato di inferiorità e discriminazione sociale. In una repubblica islamica un ebreo, un cristiano ed un musulmano non possono convivere pacificamente godendo tutti degli stessi diritti ed essendo vincolati tutti agli stesso doveri, il succo della questione è tutto qui. Ecco perché quando Israele ha consegnato Gaza ai palestinesi gli ebrei hanno dovuto abbandonare quella terra, le loro case sono state abbattute, le sinagoghe smantellate. Per questo i civili israeliani che vivono in Cisgiordania vengono bollati come “coloni”, per questo l’uccisione di un civile palestinese da parte di un israeliano è condannata senza riserve dal governo e da gran parte della popolazione israeliana mentre l’uccisione di civili israeliani da parte di palestinesi è accolta con gioia nei territori e nella striscia di Gaza.

    Per questo il conflitto israelo palestinese continua a restare tragicamente aperto.

    http://ciri-giovanni.blogspot.it/2015/10/coloni.html?spref=fb

    11 Ott 2015, 14:35 Rispondi|Quota