L’odio per gli ebrei c’è ancora: ora si chiama antisionismo

 
Emanuel Baroz
28 gennaio 2010
18 commenti

L’odio per gli ebrei c’è ancora: ora si chiama antisionismo

di Fiamma Nirenstein

Chi nega il diritto dello Stato d’Israele a esistere riprende gli odiosi metodi di quanti cercarono di sterminare un popolo

wiesel focus on israelA leggere i tanti comunicati e prese di posizione nel Giorno della Memoria si assiste a una variegata dimostrazione di buona volontà, ma molte volte, mi dispiace, gli ebrei non c’entrano niente. Spesso non è una parola sul loro sterminio, sull’antisemitismo e su come combatterlo quella che viene pronunciata, gridata, sussurrata da uomini politici e fondi di giornale, ma piuttosto una presa di posizione sulla propria personale virtù, sulle virtù della memoria in sé o su temi generici come la difesa dei gruppi che soffrono pregiudizi e persecuzioni da parte di maggioranze. Si dicono due parole di circostanza, poi si parla di Hiroshima, dei pellerossa, delle minoranze etniche ospiti in Italia, del Darfur, della memoria della Resistenza offesa dalle scritte antisemite, dell’immigrazione sfruttata al Sud; tutte cose che denotano sentimenti elevati, e anche una decisa volontà di obliterare il fatto che l’antisemitismo attuale ha come obiettivo gli ebrei, lo Stato d’Israele. C’è chi si indigna che proprio nel Giorno della memoria i muri di Roma siano stati imbrattati con svastiche, ma chi dichiara la sua indignazione si dimentica di dire che le scritte dicono “Hamas vincerà” e “Usa e Israele boia”. Quello non dà noia. Qualcuno arriva a punti comici, come il Manifesto, che denunciava Israele anche ieri: «Israele attacca l’Iran mentre il mondo ricorda l’Olocausto». Che maleducato. Peccato che l’Iran nel frattempo gli prometta di nuovo lo sterminio.

Di certo a lato della Shoah degli ebrei sono stati falcidiati gruppi etnici, sessuali, politici: a loro va il nostro ricordo e il nostro rispetto. Ripensare alla loro persecuzione e alle immani stragi compiute dei loro gruppi, crea evidenti, rigorosi doveri di salvaguardia e quindi di memoria. Di certo prima e dopo la Shoah altri orridi eccidi di massa hanno avuto luogo. Ma questo non può obliterare il fatto che vi sia stata una determinazione specifica portata a termine scientificamente, menzionata da Elie Wiesel ieri al Parlamento, di far sparire dalla faccia della Terra un popolo intero, anzi l’unico popolo sopravvissuto dall’antichità. E quello che rende la faccenda più imbarazzante è che la ferita è aperta, sanguina e riguarda in gran parte lo Stato d’Israele contro cui tutto l’anno, fuorché nel giorno della Shoah, si esercitano le migliori armi dell’antisemitismo contemporaneo.

La vera domanda odierna è: come combattere un antisemitismo incancrenito e che si sente invece legittimato, poiché da anni l’Onu e le sue maggioranze automatiche, le Ong in gran numero, la sinistra, la destra estrema, la stampa e la Tv, si sono inventate la risoluzione «sionismo uguale razzismo», la Conferenza di Durban, la commissione Goldstone, la continua ripetizione di accuse infamanti allo Stato ebraico quale quella di apartheid, di blood libel, di congiura per conquistare il mondo? Come si giustificano gli odiatori di Israele quando un giornale svedese accusa l’esercito israeliano di rubare gli organi dei palestinesi per commerciarne? Che la stessa accusa sia stata fatta ai soccorritori israeliani, meravigliosi salvatori, a Haiti? Come si spiega che anche l’11 settembre sia stato definito una congiura ebraica? Congiura, sete di sangue… Non sono le stesse accuse che sono state rovesciate sul popolo ebraico nei secoli? I sepolcri imbiancati che propagano una lettura antisemita del popolo ebraico non devono venire a chiedere che si promuova la memoria della Shoah. Elie Wiesel ha detto che troppo timidamente si è affrontato il grande problema dell’odierno odio antiebraico.

Ci si metta una mano sulla nostra vera coscienza, quella di italiani in gran parte giudeofobici. In Italia solo il 54 per cento dei cittadini, ha detto Frattini ieri, non ha pregiudizi sugli ebrei; il 12 per cento è apertamente antisemita. Nathan Sharansky ha riportato che nei primi tre mesi del 2009 si sono registrati nel mondo un numero di atti antisemiti pari a quelli di tutto il 2008. E che in assoluto ne contiamo oggi un numero pari a quello di prima della Shoah. Dunque il guaio è che non si tratta solo di ricordare, si tratta di combattere con sanzioni, prese di posizione, tagli dei nostri scambi economici con l’Iran; si tratta di piantarla di suggerire con tocco di ineffabile realismo di parlare con Hamas, che suggerisce nella sua carta costitutiva di uccidere tutti gli ebrei, e lo stesso con Hezbollah che ne fa il suo sport preferito, e che ora è parte del governo libanese. Mi dispiace, il nostro appuntamento con il Giorno della memoria non è con i negozianti che non amano i cinesi, non con il museo della Liberazione di Roma, offeso da scritte antisemite, non con la nostra coscienza resistenziale… È un appuntamento con un antisemitismo vivo e scalciante, che si è vestito di nuovo in tutta Europa con i parafernalia nazisti, e che si serve di terroristi suicidi e prepara la bomba atomica. E che usa i nostri piccoli uomini che fingono che antisemitismo e antisionismo non siano la stessa cosa. Onestamente devo dire che è stato bello che alla Camera Gianfranco Fini abbia invitato Wiesel a parlare in aula, che abbiano presenziato il presidente Napolitano e il premier Berlusconi, che la mattina il ministro Frattini abbia denunciato l’antisemitismo d’oggi e l’Iran… Tutti hanno detto che l’antisemitismo oggi si esercita soprattutto contro Israele. Che bisogna fermare l’Iran. Speriamo in una rivoluzione.

(Fonte: Il Giornale, 28 Gennaio 2010)

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Commento

  • #1Mirko Viola

    Elie Wiesel… complimenti!
    un “portabandiera” con i fiocchi…
    anni fa lessi il suo “capolavoro” – La Notte – in cui vaneggia di fosse di incinerazione a cielo aperto, neonati bruciati vivi… insomma, un racconto Horror dove non si menzionano MAI le camere a gas, il metodo di sterminio ad Auschwitz, secondo Elie Wiesel, erano le “fosse fiammeggianti” dentro le quali gli ebrei saltavano da vivi dopo aver fatto la fila ordinatamente… ovviamente solo lui ha visto una tale fantasiosa mostruosità.
    Copio un passo dal suo “capolavoro”: ““La nostra colonna non aveva da fare più che una quindicina di passi. Io mi mordevo le labbra perché mio padre non sentisse il tremito delle mie mascelle. Ancora dieci passi. Otto. Sette. Marciavamo lentamente, come dietro a un carro funebre, seguendo il nostro funerale. Solo quattro passi. Tre. Ora era là, vicinissima a noi, la fossa e le sue fiamme. Io raccoglievo tutte le mie forze residue per saltare fuori dalla fila e gettarmi sui reticolati. In fondo al mio cuore davo l’addio a mio padre, all’universo intero e, mio malgrado, delle parole si formavano e si presentavano in un mormorio alle mie labbra: Yitgaddàl veyitkaddàash shemé rabbà…Che il suo nome sia elevato e santificato…Il mio cuore stava per scoppiare. Ecco: mi trovavo di fronte all’Angelo della morte…No. A due passi dalla fossa, ci ordinarono di girare a sinistra, e ci fecero entrare in una baracca”
    CHE CULO! proprio a due passi gli hanno ordinato di tornare indietro…
    Le risparmio gli altri dettagli splatter – caro Baroz – ma ne troverà a bizzeffe in quel libro.
    Una piccola curiosità: nell’edizione originale francese del libro – La Nuit – la locuzione “camera a gas” non compare neppure una volta… ma nella traduzione tedesca, d’altro canto, la parola “crématoire” è stata resa come “camera a gas” persino nella descrizione di Buchenwald (dove anche secondo gli storici sterminazionisti non vi furono mai camere a gas omicide)…
    Può tranquillamente verificare quanto da me asserito.
    ma perchè continuate a dar credito a questi TRUFFATORI che si sono ARRICCHITI alle vostre spalle???
    secondo lei, sig. Baroz – glielo chiedo senza alcun intento polemico – è giusto che i nostri politici invitino un arci-impostore e fanatico a tenere una conferenza in Parlamento?
    Oppure crede che Elie Wiesel sia il depositario della verità???
    Distinti saluti
    Mirko Viola

    29 Gen 2010, 18:29 Rispondi|Quota
    • #2Emanuel Baroz

      Vede signor Viola, non pubblico tutti i suoi commenti (che sono veramente tanti, e la ringrazio ancora per l’attenzione che dedica a questo nostro lavoro) perchè alcuni di essi dimostrano solamente come da parte sua non ci sia la minima intenzione di instaurare un dialogo o quantomeno una discussione, ma solamente l’esigenza di strillare la SUA verità che si basa su testi negazionisti e che non prende minimamente in considerazione le testimonianze di chi ha vissuto quegli orrori…ma ripeto: se lei vuole continuare a venirci a trovare faccia pure….ognuno si diverte come meglio crede

      30 Gen 2010, 19:29 Rispondi|Quota
  • #3Daniele Coppin

    Il ridicolo titolo del Manifesto è stato usato anche dalla Reuters.
    A proposito delle nuove forma di antisemitismo ecco una sparata del “solito” Arrigoni
    http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30273

    29 Gen 2010, 23:26 Rispondi|Quota
  • #4Attanasio

    Signor Viola,
    anche questa immagine è tratta da un film Horror ?

    http://www.holocaustresearchproject.org/othercamps/images/Auschwitz%20sonderkommando.jpg

    3 Feb 2010, 18:30 Rispondi|Quota
  • #5Mirko Viola

    e cosa si vede in quell’immagine sig. Attanasio???
    me lo potrebbe cortesemente spiegare???
    chi sono i protagonisti???
    dove è stata scattata???
    quando è stata scattata e soprattutto… da chi???
    senza quelle risposte l’immagine non dimostra nulla… è solo una foto.

    3 Feb 2010, 23:25 Rispondi|Quota
  • #6Attanasio

    Signor Viola è possibile che un revisionista informato come lei non sappia come, dove e da chi sia stata scattata questa foto ?
    Si informi prima di intervenire su questioni che non conosce. Potrà attingere notizie anche dalla pornostoriografia della quale si fa portavoce.

    4 Feb 2010, 17:11 Rispondi|Quota
  • #7Mirko Viola

    veramente le mie erano domande retoriche sig. Attanasio…

    4 Feb 2010, 17:27 Rispondi|Quota
  • #8Mirko Viola

    spero che il sig. Baroz mi “conceda” di risponderle in merito alla foto che ha postato.
    La foto è stata scattata nell’estate del 1944 .
    Mostra una cremazione all’aperto di una 50ina di cadaveri su una superficie ardente di una 50ina di Mq, corrispondente alla foto presa dall’aviazione americana nello stesso periodo.
    La foto NON dimostra che quei cadaveri siano di ebrei gasati.
    La foto NON dimostra quanto asserito dal sig. Elie Wiesel.
    Quando i crematori non potevano smaltire l’ordinario lavoro si procedeva, inizialmente, all’inumazione, successivamente, come nel caso della foto, alla cremazione all’aperto.
    Distinti saluti
    Mirko Viola

    5 Feb 2010, 09:23 Rispondi|Quota
    • #9Emanuel Baroz

      Purtroppo nel caso del sig. Viola il detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” è sempre più attuale……sinceramente mi sono un pò stancato di dare spazio alle tesi assurde ed offensive per molti dei negazionisti

      5 Feb 2010, 13:33 Rispondi|Quota
  • #10anonimo

    UNIFIL che cosa fa per impedire che gli Hezbollah vadano in Iran ?mi sembra che il pericolo e’ passato.

    5 Feb 2010, 19:13 Rispondi|Quota
    • #11Emanuel Baroz

      @ anonimo: sarò io ma non capisco cosa voglio dire questo suo intervento…

      6 Feb 2010, 19:04 Rispondi|Quota
  • #12Mirko Viola

    cosa avrei scritto di offensivo???

    6 Feb 2010, 09:26 Rispondi|Quota
    • #13Emanuel Baroz

      le sue tesi e le sue frasi sono offensive nei confronti di chi è morto gasato nei campi di sterminio nazista. Mi sembra abbastanza chiaro

      6 Feb 2010, 19:03 Rispondi|Quota
  • #14Mirko Viola

    Emanuel Baroz, cito:
    “ma solamente l’esigenza di strillare la SUA verità che si basa su testi negazionisti e che non prende minimamente in considerazione le testimonianze di chi ha vissuto quegli orrori”
    in questo caso la MIA verità è semplicemente quella riportata dal sig. Elie Wiesel nel libro “La Notte”… ho copiato quanto scritto dal premio nobel sugli orrori vissuti.
    Lei crede alla testimonianza di Wiesel???
    la storiografia – quella ufficiale – ha DIMOSTRATO che Wiesel ha mentito, ma lei continua a credergli fideisticamente…. perchè sig. Baroz??? può darmi una risposta sincera???
    Lei non reputa “offensivo” nei confronti delle persone che hanno sofferto nei campi dar credito ad un bugiardo???
    quando un popolo subisce un’ingiustizia, ne accetta una più grande come risarcimento… ma la storiografia non si basa sulla suggestione, la storiografia ricerca la verità e ripudia i dogmi.
    Spero di non aver offeso nessuno, non è questa la mia intenzione…

    Distinti saluti

    Mirko Viola (Oloscettico e Gojim)

    6 Feb 2010, 12:02 Rispondi|Quota
  • #15anonimo

    meno male per Israele.

    6 Feb 2010, 20:06 Rispondi|Quota
  • #16Mirko Viola

    Sig. Baroz, forse dovrebbe informarsi meglio sul premio nobel Elie Wiesel.
    Cito un suo “correligionario” del popolo eletto:
    “Elie Wiesel è “il clown di casa del circo dell’Olocausto”… ”
    “Elie Wiesel è un personaggio ridicolo”
    (Norman Filkenstein – ebreo)
    sig. Baroz, secondo lei anche Norman Finkelstein, figlio di deportati ebrei, è un antisemita che offende la memoria dei morti nei campi nazisti???
    sig. Baroz… Elie wiesel ha perso circa 15 milioni di dollari con l’affare Bernard Madoff… secondo lei di chi erano quei soldi???
    risparmi di Wiesel???
    e… di grazia… a parte il “ricordare” quale lavoro ha svolto nella sua lunga vita il sig. Elie Wiesel???
    sig. Baroz… non sono io ad offendere la memoria di coloro che hanno sofferto e sono morti nei campi nazisti… ma sono quelli come Elie Wiesel a farlo e… indirettamente… sono i creduloni come lei, che esaltano questi visionari pagliacci miliardari che SPECULANO sulle sofferenze di un intero popolo.
    Diatinti saluti
    Mirko Viola (Rispettosissimo Gojim)

    P.S. sig. Baroz… è in grado di rispondere alle mie domande senza nascondersi dietro alla “liturgia olocaustica”???

    6 Feb 2010, 22:41 Rispondi|Quota
    • #17Emanuel Baroz

      Norman Filkenstein?! Ah, vabbè….

      6 Feb 2010, 23:27 Rispondi|Quota
  • #18Alberto Pi

    CULTURA
    Elie Wiesel: “Sono testimone, non giudice”.
    27 gennaio 2010

    «Io, Elie Wiesel, sopravvissuto e testimone, ricordo ancora oggi ogni singolo momento. Quando fummo chiusi nel Ghetto, quando vennero a prenderci, quando ci caricarono sui treni, quando arrivammo ad Auschwitz, quando vidi mia madre, mio padre e mia sorella portati a morire». Così Elie Wiesel, Nobel per la pace, attivista di primo piano per la pace e i diritti umani nel mondo, racconta l´Olocausto. Oggi, nella Giornata della Memoria, terrà un discorso al Parlamento italiano. Ascoltiamolo.

    Professor Wiesel, come rammenta quegli anni tremendi?

    «Rivedo ancora oggi ogni episodio. L´arresto in massa, la deportazione. Il viaggio atroce nei carri-bestiame fino ad Auschwitz. Ricordo cosa voleva dire sentirsi improvvisamente trattati come “Untermenschen”, come subumani da eliminare. Ricordo quando, io ancora piccolo, restai solo ad Auschwitz. Fu terribile, è difficile descrivere cosa vuol dire restare solo, senza più la famiglia che hai visto sterminare, e al tempo stesso sentire che non sei solo, che non lo saresti stato mai più. Perché eri insieme a migliaia e migliaia di persone, trattati da subumani da eliminare come te, e al loro fianco sentivi la vicinanza della Morte. Ognuno di noi la sentiva, e al tempo stesso non vivevamo accanto alla Morte, vivevamo nella Morte».

    Com´era possibile sopravvivere a questo sentimento?

    «Penso ancora oggi che quando entrammo ad Auschwitz entrammo in un´altra Creazione, una dimensione speculare, parallela, opposta e negativa. Nella Creazione che conoscevamo la Germania era il cuore della cultura, la patria di una letteratura straordinaria espressa da una grande lingua, la terra dei migliori ingegneri. Ma là entrammo come in un mondo parallelo, fatto solo di “to kill and to die”, di chi uccide e di chi muore».

    Il genocidio pianificato con precisione industriale fu un crimine speciale, tutto tedesco?

    «Vede, una delle cose più terribili che la Storia ci ha riservato è questa: nella prima guerra mondiale i tedeschi si comportarono bene, combatterono contro i pogrom zaristi all´Est. Per il popolo ebraico, la Germania era terra di cultura, di alta tecnologia, di grandi talenti letterari. Non ce lo aspettavamo. I nazisti riuscirono a mobilitare tutto il talento dei tedeschi – talento in ogni forma, di psicologi, scienziati, ingegneri, giornalisti – per l´Olocausto. Per questo quel crimine senza pari fu così atrocemente efficiente».

    Lei oggi si fida dei tedeschi?

    «Io non credo nella colpa collettiva. Solo i colpevoli sono colpevoli. Sono testimone, non giudice. Certo, purtroppo la Resistenza, l´opposizione al nazismo e alla Shoah, furono minoritari. Ma insisto, la colpa collettiva per me non esiste. E ammiro moltissimo Angela Merkel, perché lei che oggi guida la Germania sa parlare e agire nel mondo giusto: in nome della Memoria, e del diritto di Israele all´esistenza».

    Qual è il significato della giornata della Memoria?

    «Sono lieto di tenere un discorso al Parlamento italiano. E´ una giornata importante per tutto il mondo civile. Perché è fondamentale non solo ricordare, ma anche capire come e perché l´orrore assoluto accadde. E perché dimenticare è un grande pericolo, perché l´oblìo significa tradimento. Chi oggi chiede di dimenticare deve sapere che non sfugge a questa responsabilità: insisto, dimenticare vuol dire tradire la memoria delle vittime. E dai tradimenti non può mai derivare il bene».

    E´ anche il pericolo posto dal negazionismo?

    «Il più grande, pericoloso e attivo negazionista del mondo è Ahmadinejad, per questo conduco una campagna contro le sue posizioni. E´ il negazionista numero uno: nega in pubblico l´Olocausto, dichiara di volere bombe atomiche per distruggere Israele. Dovrebbe essere arrestato, dovrebbe venire tradotto davanti a un tribunale internazionale e processato dal mondo per incitamento a crimini contro l´umanità e all´odio razziale».

    Una specie di Processo di Norimberga?

    «Esiste già il Tribunale internazionale dell´Aja».

    Lei è soddisfatto o no di come il mondo ricorda l´Olocausto?

    «In Europa la situazione è migliorata. Gli Stati Uniti sono all´avanguardia: i due massimi memoriali sono a Washington e in Israele. In tutto il mondo percepisco più sensibilità di prima al tema. Forse perché alcuni di noi sopravvissuti sono ancora in vita. Il mondo comincia a pensare che un giorno, presto, non ci saremo più, e che è doveroso ricordare mentre siamo ancora in vita. Perché i sopravvissuti aiutano a tenere viva la Memoria, la comunicano al mondo di dopo l´Olocausto».

    Ma quanto è grande il pericolo che, con sempre meno superstiti della Shoah ancora in vita, opinioni pubbliche e leader cedano alla tentazione di dimenticare, di “voltare pagina”?

    «Io vedo che in molti paesi i giovani che studiano l´Olocausto sono più numerosi che mai. In America, e non solo, non c´è una scuola in cui la Shoah non sia materia d´insegnamento. Mai come oggi ho visto tanti corsi, seminari, mostre, programmi tv. Sono ottimista sulla capacità di ricordare. Ma c´è sempre da chiedere che uso si fa della Memoria, quanto la si usa per capire».

    L´antisemitismo è vivo e spesso in ascesa, per esempio in Europa. Quanto è grave la minaccia?

    «Sono trend pericolosi. Anche perché si manifestano spesso su uno sfondo d´indifferenza. Nel 2009, in tutto il mondo ma specie in Europa, si è registrato il numero più alto di manifestazioni di antisemitismo dal 1945. Recentemente sono stato in Ungheria, ho visto un aumento preoccupante dell´antisemitismo. E anche altrove, gli antisemiti conquistano nuove tribune. Come dico da decenni, spesso siamo di fronte a un antisemitismo senza ebrei, cioè a correnti antisemite in società dove quasi non vivono più ebrei. Poi c´è un violento, ingiusto odio verso Israele. Il bisogno di un capro espiatorio non è morto. E tocca sempre agli ebrei. Intanto, per esempio, dell´eccezionale efficienza dell´aiuto umanitario israeliano a Haiti si parla poco o nulla».

    Le élite in Europa sono conosce della minaccia dell´antisemitismo e dell´oblìo o no?

    «Lo spero. In alcuni paesi – l´Ungheria, l´Ucraina, ma anche paesi dell´Europa occidentale – vediamo trend pericolosi. Umori antisemiti, il sorgere di partiti filonazisti. Alle leadership politiche toccano anche doveri e considerazioni morali. Non possiamo separare la politica dalla morale. Serve una visione etica del mondo, e deve venire dai leader».

    L´antisemitismo come ricerca del capro espiatorio è un male europeo?

    «L´antisemitismo è il più antico pregiudizio di gruppo della Storia. Ed è presente tuttora, nel nostro quotidiano. Dobbiamo combatterlo, non illuderci che la lotta sia finita».

    Tra i negazionisti ci sono anche esponenti religiosi, come il vescovo Williamson. Quanto sono pericolosi?

    «Sono pericolosi prima di tutto per la Chiesa cattolica. Il fatto che papa Benedetto non abbia revocato la revoca della scomunica è al di là della mia comprensione. Parliamo di un negazionista dell´Olocausto, predica odio verso gli ebrei e Israele, come può essere ancora un vescovo? Scomunicato o perdonato, come può essere ancora vescovo? Angela Merkel ha avuto ragione a criticare il Papa su questo tema».

    Fonte: Andrea Tarquini per “Corriere della Sera” – 27.01.2010

    http://marsspirit.ilcannocchiale.it/2010/01/27/elie_wiesel_sono_testimone_non.html

    7 Feb 2010, 01:31 Rispondi|Quota