Lo strabismo politico del signor D’Alemmah colpisce ancora: “Sono preoccupato per la malcelata ostilità con cui Israele sta seguendo ciò che accade nei paesi arabi”

 
Emanuel Baroz
3 marzo 2011
3 commenti

Già la settimana scorsa in una intervista rilasciata (e mai rettificata, almeno nei passi più sorprendenti) al Sole24Ore, l’attuale presidente del Copasir (sic!), analizzando la rivolta anti-Gheddafi in Libia  non si era smentito, confermando ancora una volta come il suo sentimento verso lo Stato di Israele non sia sereno, come se alla base dei suoi ragionamenti ci fosse un problema personale che non gli permette di essere obiettivo nelle sue analisi che di norma vengono sempre apprezzate (non si sa da chi, ma da qualcuno evidentemente si…) in ambito politico, ma nella dichiarazione che riportiamo il pregiudizio è evidente: come si fa a colpevolizzare Israele  che giustamente si preoccupa della possibile (e sempre più probabile) diffusione del fondamentalismo islamico nella regione del Maghreb? Questa è una preoccupazione che dovrebbe essere dell’Europa intera e non solo dello Stato di Israele!

Sinceramente quando scriviamo di questo personaggio e del suo strabismo politico dobbiamo limitarci negli aggettivi per non scadere negli insulti…che però sembrano essere sempre più meritati!

M.O./ D’Alema: Preoccupato da ostilità Israele a fermento arabo

“Non deve temere un Egitto democratico”

Roma, 2 Marzo 2011 (TMNews) – Israele sta seguendo con “malcelata ostilità” quanto sta accadendo nei Paesi arabi, e questo è “preoccupante”, secondo il presidente del Copasir Massimo D’Alema. Parlando ad un convegno dedicato proprio alle rivolte popolari nel Nord-Africa, D’Alema ha affermato: “Mi ha stupito e preoccupato questo atteggiamento. Credo che Israele non abbia nulla da temere”.

Se i Paesi del Nord-Africa si muovono verso la democrazia, per D’Alema, la sicurezza di Israele sarà maggiormente garantita. Ma è necessario che a Tel Aviv ci sia un “cambio di mentalità”. Ha spiegato l’ex ministro degli Esteri: “Certamente, si aprirà una competizione e un confronto molto impegnativi. Un Egitto democratico non farà la guerra a Israele, ma è evidente che non potrà accettare le violazioni dei diritti umani dei palestinesi”.

Insomma, con questa evoluzione che si profila “si creano le condizioni perché davvero il rispetto della sicurezza di Israele possa diventare un principio condiviso, e Israele un Paese accettato. Tuttavia, dall’altra parte ci vuole un salto di qualità, un’altra mentalità”.

(Fonte: Virgilio News, 2 Marzo 2011)

Per chi ancora non fosse convinto delle nostre idee riguardanti il signor D’Alemmah consigliamo le seguenti letture:

Il signor D’Alemmah colpisce ancora….

Il signor D’Alemmah e i suoi amici…..

Il signor D’Alemmah….

Ecco perchè la politica estera di D’Alema è fallimentare

E D’Alemmah alla fine non ha resistito…

Su Israele D’Alema è in ritardo con la storia

D’Alemmah e la sua idea di “equivicinanza”……

D’Alemmah: che qualcuno lo fermi!…..

Le macabre sparate di Hamas&Hezbollah e l’ostinato giustificazionismo di D’Alema

D’Alemmah e le sue assurde aperture a Hamas: una interessante lettura della situazione….

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  • #1Emanuel Baroz

    Per completezza di informazione riportiamo qui di seguito le dichiarazioni più sorprendenti rilasciate durante l’intervista al Sole24 Ore:

    Ci sono nel mondo arabo paesi che possono essere presi a modello?

    Il Marocco, con Hassan II prima e poi con Muhammad VI, ha fatto importanti riforme democratiche, ha sperimentato il pluripartitismo, pur con prerogative reali molto forti. Sicuramente è più avanti degli altri. Anche se non si può dimenticare la realtà drammatica del Sahara occidentale e della repressione di quanti si battono per l’autodeterminazione di quel popolo. Un altro paese è il Libano, anch’esso è un esempio di evoluzione democratica.

    Che impatto avranno queste rivolte sul conflitto israelo-palestinese?
    Non c’è dubbio che ci saranno conseguenze anche in quell’area. Israele ha guardato con molta diffidenza a questo processo. Il che può essere paradossale se consideriamo che per anni ha vantato di essere l’unica democrazia della regione. Chiedendo per questo anche la solidarietà dei paesi occidentali.

    Israele ha il problema della sua esistenza. E teme evidentemente il venir meno di quelli che considera baluardi davanti al dilagare del fondamentalismo.
    Intanto usare le dittature come baluardi non è una buona regola. È una politica che può essere utile nel breve periodo, ma alla lunga è destinata ad essere perdente e, comunque, è indegna di un mondo occidentale che fa del rispetto dei diritti umani e di quelli civili e politici la sua bandiera. Ma al di là della indegnità morale è proprio che non è utile.

    Anche per Israele, quindi, è meglio scommettere sulle democrazie, anche se a rischio islamismo?
    Anche Israele dovrebbe rallegrarsi della diffusione della democrazia. Le ricadute potrebbero essere positive anche per la sua sicurezza. Certo deve capire che nessuna democrazia, che sia potenzialmente l’Egitto o altri paesi, potrà mai accettare quello che fa Israele con gli arabi. Non è accettabile non rispettare le risoluzioni dell’Onu e i diritti umani dei palestinesi. Il problema riguarda Israele, non l’Egitto. Se il mondo gli dice che non devono più costruire insediamenti dove non è casa loro, non devono farlo.

    Proprio ieri il consiglio di sicurezza Onu ha votato contro gli insediamenti.
    È una cosa molto importante. Sconcerta che gli Stati Uniti da soli abbiano deciso di votare contro. Perché questo alimenta il sospetto che la più grande potenza dell’Occidente continui ad avere un doppio standard. Il che non aiuta certo, nel mondo arabo, la simpatia verso la democrazia americana. Una volta tanto, i paesi europei hanno fatto la cosa giusta.

    3 Mar 2011, 13:58 Rispondi|Quota
  • #2Alberto Pi

    Da rassegna odierna dell’Ucei, di Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme:

    Chiaramente la sommossa nei paesi arabi è stata concertata dai cospiratori di Tel Aviv. Israele, lo stato fantoccio di Obama, ne trae il massimo vantaggio. Anzi, Israele e Obama escono massimamente svantaggiati dalla sommossa. Israele è il paese che maggiormente si oppone ai cambiamenti nei regimi arabi. Forse per via della nonna ebrea di Gheddafi. Perché l’insurrezione è stata causata da Facebook che è un’invenzione dell’ebreo americano Mark Zuckerberg. Ma la vera causa è stato Wikileaks di Julian Assange, istigato dai cospiratori di Tel Aviv con l’appoggio del Guardian. Anzi, sono gli ebrei che stanno dando la caccia a Assange con l’appoggio del Guardian. Ecco la prova: questa settimana l’ebreo Rahm Emanuel, ex-scudiero di Obama e figlio di israeliani, è stato eletto sindaco di Chicago; l’ebrea Natalie Portman, figlia di israeliani, ha vinto il premio Oscar come migliore attrice; l’ebrea Yael Naim, figlia di israeliani, è stata eletta migliore cantante in Francia. Sono sempre loro.

    3 Mar 2011, 20:16 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    6 Mar 2011, 11:54 Rispondi|Quota