Finanziamenti ai palestinesi: ecco come vengono utilizzati!

 
Emanuel Baroz
9 settembre 2013
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Come i palestinesi spendono il (nostro) denaro

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Dal 2004 soltanto l’Unione Europea ha destinato almeno 5 miliardi di dollari al sostegno dell’autorità nazionale palestinese (ANP). Cosa fa Ramallah di questo fiume di denaro che sopraggiunge da tutto il mondo? Un sacco di cose: passa una ricca diaria alle famiglie dei terroristi ospitati nelle carceri israeliane, finanzia i viaggi in giro per il mondo della presidenza Abu Mazen (presidente, famiglia, cortigiani e servitori compresi), spende soldi in pubbliche relazioni internazionali, e così via.

D’altra parte, se i soldi ci sono, vanno spesi, no? ogni mese l’Unione Europea destina diversi milioni di euro al rimpolpamento del bilancio di Ramallah. Sciocchezzuole, per un continente la cui economia va a gonfie vele, al punto da consentire di elargire una simile mancetta (sono diverse diecine di milioni di euro l’anno). Questo, beninteso, salvo elargizioni eccezionali, motivate da particolari occasioni meritevoli di encomiabile impegno. Timidamente, un’agenzia ANSA venerdì ha annunciato ai pochi interessati un’iniziativa del governo italiano, che ha devoluto all’ANP uno stanziamento eccezionale di 60 milioni di euro, attinti dal “Fondo per la cooperazione internazionale” (avevamo un fondo così capiente e nessuno ci ha detto niente?!?!). Che poi l’assegnino sarebbe transitato lemme lemme, se non fosse che la notizia è stata divulgata dall’agenzia palestinese Ma’an, che non ha mancato di metterci in imbarazzo aggiungendo che l’annuncio è stato dato dall’onorevole Lapo Pistelli, in qualità non di viceministro degli Esteri, bensì di responsabile degli affari internazionali del PD.

E dire che il nuovo misterioso round dei “pre-colloqui” fra israeliani e palestinesi si terrà non più a Roma, come si era ventilato fino a qualche giorno fa; bensì a Parigi, che si è dichiarata meno generosa del Belpaese in quanto ad elargizioni (si vede che Oltralpe la crisi deve essere reale. Da noi i ristoranti sono ancora pieni…)

E mentre negli ambienti istituzionali si fa notare che l’Italia non deve meritare tutte le preoccupazioni e le insonnie notturne dei politici europei se è di così larga manica; a Ramallah e dintorni si pensa al modo più proficuo per spendere questo denaro. Oggi si apprende che Abu Mazen, presidente scadutissimo dell’Autorità Palestinese, dell’OLP, del Fatah e sicuramente di qualche altra carica, ha destinato la somma premio di 6000 dollari a favore di un gruppo musicale ribattezzatosi “Dalal Group”.

Chi era Dalal? Dalal Mughrabi era una criminale palestinese, che assieme ad altri “patrioti” (si chiamerebbero terroristi, ma ciò in questo momento è intollerabile, perché notoriamente con i terroristi mica ci puoi parlare di pace…) nel 1978 sequestrò un autobus che viaggiava su una strada litoranea nei pressi di Tel Aviv, ammazzando 38 persone, fra cui 13 bambini, che viaggiavano pacifici su un autobus; e ferendone 71. Una delle più efferate stragi – addirittura lo stesso Carter non potè non mostrarsi indignato e raccapricciato – che hanno insanguinato Israele. E quale migliore e fulgido esempio per le giovani anime palestinesi, che mostrare una simile prova di attaccamento ai valori che contano? così, questo gruppetto musicale che fa temere gli One Direction per la loro supremazia fra i teenager palestinesi, ha ricevuto una piccola tranche del denaro che copiosamente ancora arriva a Ramallah. Un bel premio; meritato, non c’è dubbio…

Il Borghesino

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