Caro amico non ebreo, non far finta di essere triste

 
Alex Zarfati
1 luglio 2014
10 commenti

Caro amico non ebreo, non far finta di essere triste

lettera ad un amico non ebreo-focus-on-israel

Caro amico non ebreo,

non far finta di essere triste per questo orribile, ennesimo omicidio. Durerà poco l’ondata di solidarietà, tanto lo so. Dura sempre meno. La storia ce lo insegna. Da quando il giovane Stato d’Israele subì l’attacco di cinque eserciti e c’era la possibilità di finire a pezzi e gettati in mare, è stato sempre così. Qualche frase di circostanza – qualche volta nemmeno quella – e poi via con la vita normale.

Negli anni, non sono riusciti ad impietosirti gli attentati diretti agli adolescenti nelle discoteche, le bombe nei matrimoni. Non ti hanno scosso i corpi che saltavano in aria nelle pizzerie di Gerusalemme e nei caffè di Tel Aviv. Probabilmente nemmeno te li ricordi. Non ti hanno turbato le mamme che mettevano i figli su due autobus diversi per evitare che un kamikaze glieli portasse via tutti e due. Non ti ha impietosito la morte di una neonata alla quale un cecchino ha sparato nella culla, e nemmeno quella di un’intera famiglia massacrata nel sangue nella notte, infanti compresi. Non ti ha fatto riflettere un giornalista americano sgozzato in diretta come un animale perché ebreo, gli spari ai bambini della scuola ebraica di Tolosa e quelli ai visitatori del museo ebraico di Bruxelles. Non hai avuto un tremore per le torture inflitte al giovane commesso Ilan, sequestrato in uno scantinato di Parigi e ucciso in modo atroce, anche lui perché ebreo. Non hai memoria per la scia insanguinata che ha attraversato gli anni ’50, ’60, ’70, delle infinite stragi perpetrate ai danni degli israeliani per mano araba, una striscia di sangue che non si è mai arrestata. Strage di turisti davanti ai banchi dell’ELAL dell’aeroporto di Fiumicino, strage di atleti alle Olimpiadi di Monaco. Attentatori particolarmente solerti con i bambini come Stefano Tachè, romano di soli due anni ucciso da un commando terrorista o i disabili come Leon Klinghoffer, gettato in mare con tutta la sedia a rotelle.

Ti sei però appassionato ai carnefici, a quelli che hai tentato e tenti ancora di giustificare in tutti i modi. Sei innamorato di coloro che ti hanno truffato e ti truffano ancora. C’è un’industria in Palestina e tutto il Medio Oriente che lavora proprio per sfruttare questa tua debolezza: loro sanno che anziché cercare di capire e ricordare la storia, per te sarà più facile sospirare davanti alla foto di un bambino senza scarpe che a quella di un giovane militare di leva. Sono abili a nascondere che ricevono miliardi di dollari spesi in armi e stipendi alla leadership e zero in infrastrutture. I dirigenti palestinesi lavorano con la complicità di occidentali bene addestrati per comprare la tua compiacenza, la tua compassione, perché questa li aiuterà a ricevere altri soldi. Soldi che gli occidentali gli regaleranno perché si sentono in colpa. E per comprarti useranno tutto quello che è in loro possesso, perché nella propaganda sono senza scrupoli così come nel terrorismo. Usano foto false, immagini di altri conflitti e quando non hanno niente estorcono dichiarazioni false e fabbricano prove in laboratorio. Dimmi: hai mai visto la foto di una neonata israeliana sgozzata? E sai perché no? Perché per Israele la vita è sacra. E una battaglia mediatica non può valere la profanazione di un innocente. Nemmeno quando è tutto vero.

Ieri sera amico mio, mi sono sentito ancora più solo di quanto non mi senta di solito. Perché sento che coloro che sostengono il terrore contro Israele hanno messo a segno una delle loro più grandi vittorie. I corpi di tre adolescenti erano ancora caldi, mentre in Israele si pregava nelle piazze e in palestina si sparava in aria per il giubilo, e tu e il resto del mondo vi siete così affrettati a dirvi “preoccupati per l’imminente reazione di Israele” che vi siete dimenticati di dispiacervi. Persino di circostanza. Avete ignorato il giusto cordoglio per la morte di due sedicenni e un diciannovenne rapiti, uccisi a sangue freddo e buttati da due settimane in mezzo ad un campo pur di puntare il dito contro Israele. Questa è la vittoria della barbarie sulla civiltà. E la tua scelta purtroppo, indica la parte dove hai deciso di stare.

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  • #1Emanuel Baroz

    NETANYAHU: “Hamas è responsabile per la morte dei tre giovani ragazzi rapiti. Hamas la pagherà.”

    https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/655429001200131/?type=1

    2 Lug 2014, 14:00 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    NELLA TELEFONATA DEL RAGAZZO RAPITO SI SENTIVANO DEGLI SPARI, ECCO LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

    Ricostruzioni sempre più dettagliate sono emerse dalle fonti dell’Idf sul rapimento e l’uccisione dei tre studenti israeliani. Stando all’ultima versione dei fatti, il 12 giugno i ragazzi escono dalla Yeshivà (scuola religiosa) e si fermano sul ciglio della Statale 60 per fare l’autostop; uno dei tre telefona alla mamma per dirle che a breve sarebbe tornato a casa. Si ferma una macchina con a bordo due uomini, probabilmente la targa era israeliana, i ragazzi salgono all’altezza dell’incrocio Alon Shvut, a Gush Etzion. I terroristi palestinesi si dirigono dapprima verso ovest, dove erano diretti i ragazzi, per poi fare inversione a U ed insospettire gli studenti. Uno dei tre chiama prontamente il centralino della polizia, “siamo stati rapiti, siamo stati rapiti!”, ma i funzionari di servizio pensano ad uno scherzo e non si curano del povero ragazzo. I terroristi si accorgono della chiamata. La notizia choc arriva da una fonte dell’esercito: nella registrazione della telefonata si sentono degli spari, non si sa a chi sono rivolti. A quel punto i terroristi non possono sapere che la telefonata è stata ignorata e uccidono Eyal, Gilad e Naftalì poco dopo averli rapiti. Forse l’intento era fin dall’inizio quello di farli fuori, o forse hanno pensato che la polizia si fosse messa subito alla ricerca: non potevano immaginare che le ricerche sarebbero iniziate soltanto otto ore dopo. Un proiettile alla testa a distanza molto ravvicinata, un’esecuzione. Poi una sepoltura non molto profonda fatta in fretta e furia vicino a Halul. Il 13 giugno gli uomini di Zahal ritrovano la macchina dei rapitori vicino al villaggio arabo Dura, all’interno un fucile e l’involucro per le munizioni; soltanto oggi le forze di sicurezza rivelano che, nonostante abbiano sperato fino all’ultimo, hanno sempre saputo che le possibilità di ritrovarli vivi erano molto basse.

    https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/655544841188547/?type=1

    2 Lug 2014, 14:01 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    I ragazzi si sono difesi prima di morire

    GERUSALEMME – I tre adolescenti israeliani rapiti si sono difesi con forza prima di essere uccisi. E’ quanto ha stabilito l’esame esterno effettuato suo corpi di Naftali Fraenkel, Eyal Yifrach e Gilad Shaar all’istituto forense Abu Kebir di Tel Aviv, secondo quanto riferiscono i media israeliani.

    Per motivi religiosi, non è stata effettuata nessuna autopsia. E’ stato condotto soltanto un esame esterno delle salme ai fini della loro identificazione e per determinare quando e come sono stati uccisi.

    (Fonte: Focus.it, 1 Luglio 2014)

    2 Lug 2014, 14:01 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    DEDICATO AL MINISTRO MOGHERINI, PER LA QUALE UN EBREO BUONO E’ UN EBREO MORTO.

    Quando i tre ragazzini israeliani potevano essere ancora vivi, Federica Mogherini condannava Israele invece di chiedere il rilascio degli studenti.
    Ora che sono morti, dice di sentirsi vicina allo Stato ebraico.

    VERGOGNA!

    https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/655396781203353/?type=1

    2 Lug 2014, 14:02 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    A questo link potete ascoltare l’audio della telefonata di ‪#‎EyalGiladNaftali‬ mentre si rendono conto di essere stati rapiti ed avvertono la polizia. Nel corso della telefonata si sentono chiaramente colpi di arma da fuoco. Parliamo quindi dell’esecuzione in diretta di questi tre giovani innocenti.

    Se come molti, anche voi avete i nervi a pezzi vi invitiamo a non aprire questo link.

    Noi lo abbiamo fatto per continuare ad essere consapevoli di quanto può cadere in basso l’essere umano e di quanto può essere abominevole l’odio contro gli ebrei.

    http://www.youtube.com/watch?v=8CBawzMrEbA

    https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/655850314491333

    2 Lug 2014, 14:03 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    LA DISINFORMAZIONE SIETE VOI | I responsabili di una campagna di odio che sfocia nella violenza

    Invece di versare lacrime di coccodrillo, i giornalisti e i politici italiani potrebbero raccontare degli oltre 25 razzi sparati solo questa mattina sulle città del sud di Israele dai terroristi palestinesi.

    Se fossero poi anche dotati di onestà intellettuale, potrebbero porre l’accento sulla differenza tra i TERRORISTI che l’esercito israeliano ha ucciso nel corso delle missioni per ritrovare i ragazzi rapiti e i CIVILI israeliani colpiti dai razzi provenienti da Gaza. Potrebbero specificare che i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane non sono prigionieri politici, come scrivono i più ipocriti, ma sono uomini che si sono macchiati dei reati più efferati contro la popolazione israeliana. I tre ragazzi rapiti e uccisi, invece, erano semplicemente studenti di 16 anni di ritorno a casa.

    Quando questi giornalisti scrivono che “Israele uccide ragazzi palestinesi”, potrebbe provare a capirne il perché e magari ci potrebbe scappare anche l’appellativo di TERRORISTI, così da non far credere all’opinione pubblica che lo Stato ebraico spari a casaccio sulle persone.

    Da come viene raccontata, i soldati di Zahal in questi giorni hanno ucciso palestinesi innocenti: le loro case, invece, erano colme di armi, preparavano artigianalmente bombe e ordigni esplosivi per far saltare in aria gli israeliani e avevano tirato fuori pistole e fucili per impedire ai soldati israeliani di ritrovare i tre ragazzi.

    Quotidianamente la cattiva informazione galoppa. I fatti riportati sono distorti e i termini sono usati in maniera inopportuna, dando adito ai lettori di farsi un’idea completamente sbagliata sulla reale situazione in Israele, nei Territori contesi e a Gaza. Quando però ci scappa il morto, vi è subito la corsa a chi raggiunge prima il traguardo della compassione.

    Agli ebrei e ad Israele non serve la compassione. Serve giustizia morale e onesta informazione.

    https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/655601034516261

    2 Lug 2014, 14:03 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    2 luglio 2014 – Uno studente arabo-israeliano dell’istituito Technion di Haifa ha postato martedì sulla sua pagina Facebook un messaggio di giubilo per l’omicidio dei tre ragazzi israeliani. “Punteggio: 3 gol per la squadra nazionale nonostante la sua assenza alla Coppa del Mondo palestinese!” ha scritto, accanto alle foto dei tre adolescenti assassinati. Peretz Lavie, presidente del Technion, ha rilasciato una dichiarazione in cui definisce “ignobile e spregevole” il messaggio postato, aggiungendo che l’università è “determinata a esaminare attentamente il caso e prendere i provvedimenti opportuni contro la persona che se ne è resa responsabile”.

    (Fonte: Israele.net)

    2 Lug 2014, 14:04 Rispondi|Quota
  • #8Emanuel Baroz

    “Ipocrita chi è vicino a Israele solo nei giorni di lutto”

    ROMA – “Alcuni, nella politica e nei media italiani, sono vicini a Israele solo nei giorni di lutto…”. Lo scrive su Twitter Daniele Capezzone, Forza Italia, Presidente della Commissione Finanze della Camera, denunciando l’ipocrisia di chi oggi piange per la barbara uccisione dei tre ragazzi israeliani, ma troppe volte ha civettato con Hamas e Hezbollah.

    (Fonte: Prima Pagina News, 1 Luglio 2014)

    2 Lug 2014, 14:05 Rispondi|Quota
  • #9Emanuel Baroz

    “I primi colpevoli sono quei dirigenti palestinesi”

    Il vicepresidente della Comunità Ebraica di Torino, Emanuel Segre Amar, ci ha fatto pervenire il testo di quello che ha detto ieri sera in sinagoga. Lo ringraziamo e volentieri pubblichiamo le sue parole.

    Negli ultimi giorni, quando non arrivavano quei segnali ai quali chi governa in Israele è purtroppo abituato, la speranza di un futuro rilascio, magari anche doloroso come altri, aveva iniziato a lasciare spazio al timore di questa tragica fine. Così è stato, infatti.
    Itamar, Tolosa, Bruxelles e il Kibbutz Kfar Etzion non sono che alcune tragiche tappe di una serie lunghissima che sembra non avere fine. Anzi, serie alla quale, quanto avviene in Israele e in Europa, non può far prevedere una fine prossima. Dobbiamo essere coscienti che queste belve umane, perché, nei casi prima citati non trovo parole diverse, non sono nemmeno i primi colpevoli. I primi colpevoli sono quei dirigenti palestinesi che inculcano nei loro bambini, fin dalla primissima infanzia, l’odio verso gli ebrei. Sì, verso gli ebrei, non verso gli israeliani, perché così sta scritto in un certo senso. Il risultato è che è venuta su questa generazione di giovani che di umano ha solo le sembianze. Pensavo ieri a quel you tube che gira da alcuni giorni nel quale si vedono due ragazzini arabi, colpevoli di chissà che cosa, inginocchiati, con gli occhi bendati, che ascoltano il loro carnefice, in piedi dietro di loro, che legge le parole “del loro rito”, rito? prima della carneficina pronta a scatenarsi. Uno di questi ragazzini cerca il compagno, vicino a lui, con la sua mano destra in un estremo bisogno di contatto umano, cosciente di cosa gli capiterà dopo pochi secondi. Non sappiamo come hanno ammazzato i tre giovani studenti, nostri fratelli, ma sappiamo che così si comportano queste belve dalle fattezze umane. Siamo qui in una sinagoga, e forse non è sbagliato ricordare alcuni versetti come in Devarim [Deuteronomio] 7, 1-2 “Il Signore caccerà molte nazioni di fronte a te. Quando il Signore il tuo Dio le metterà a tua disposizione e le sconfiggerai, devi distruggerle completamente, non fare alcun trattato con loro o dar loro alcuna considerazione”. Noi dobbiamo capire bene chi abbiamo di fronte, ma quando si dichiarano pronti a trattare con noi, se parlano in una lingua, e poi, in arabo, tranquillizzano la loro popolazione dicendo l’esatto contrario, allora credo che non possiamo concedere nulla. Solo con la purtroppo necessaria fermezza possiamo sperare di arrivare a quella pace che oggi chi tra gli arabi davvero la desidera, sapendo chi siamo noi ebrei, come Mohammad Zoabi, il coraggioso nipote della deputata della Knesset Hanin Zoabi, deve poi vivere protetto in attesa di una fine tragica che, forse, lo aspetta. La stessa fine che è toccata a Elad e Gilad, assassinati a soli 16 anni, ed a Eyal, che di anni ne aveva 19. Tre giovani che il mondo ha chiamato “coloni”, come se fossero israeliani indegni del diritto alla vita, indicandoli al pubblico ludibrio, quasi a giustificare il loro rapimento, e, tragicamente, la loro esecuzione. Ma si trattava di tre giovani LICEALI innocenti che stavano tornando a casa loro, e per di più solo uno di loro viveva in uno yishuv, Talmon, che si trova da 35 anni oltre quella linea di cessate il fuoco del 1949, divenuta ormai “sacra” – e lo dico con sarcasmo – per coloro che operano de facto per la sparizione d’Israele, sebbene si riempiano la bocca di parole altisonanti come “pace”; una linea che i mistificatori chiamano “confini del 1967”, mentre non sono MAI stati dei confini; una linea che Abba Eban chiamò “I confini di Auschwitz”.

    (Fonte: Notizie su Israele, 2 Luglio 2014)

    2 Lug 2014, 14:06 Rispondi|Quota
  • #10frank

    Bellissimo articolo “caro amico non ebreo” colpisce profondamente il cuore di quelli che sparlano di essere amici di Israele, ma alla fin fine si preoccupano di quello che deve avvenire sulla sorte dei palestinesi e Gaza. Purtroppo la società mondiale é triste dire, ma per la maggior parte l’antisemitismo é nelle loro viscere. Ecco perché dico che Israele deve sganciarsi dai consigli del Governo USA e UE, questi sono i primi infami che vorrebbero vedere Israele sparire e cadere nelle mani dei mussulmani. Non dimenticate mai che Obama presidente USA, ha origine mussulmane riguardo suo padre. Quindi personaggio da diffidare come pure i parlamentari che siedono nella Knesset arabo-israeliani, essi sono delle mine vaganti che entreranno in azione appena Israele si trova in difficoltà. Quando dei parlamentari arabo-israeliano giubilano in Parlamento riguardo l’uccisione di 3 ragazzi, questa la dice tutta. Israele ha un grande difetto, di fare e costruire la troppa ” Democrazia “, per questo un giorno si troverà a dire ora ” Basta ” altrimenti saremo distrutti. La troppa democrazia e saggezza dimostrabile a tutto il mondo, non serve a nulla perché l’antisemitismo é inculcato visceralmente in ogni essere umano non ebreo. Questo é il punto e la tragedia che infligge alla Nazione d’Israele. Israele deve agire cosapevolmente senza intermediari occidentali e USA, se vuole vivere in pace e sradicare il nemico fino alla radice per il futuro a venire d’Israele. Senza questo e senza coraggio di dare una lezione al nemico, si avranno sempre simili atti di terrorismo e aumenteranno esponenzialmente, visto tutt’intorno a Isrele é fuoco e fiamme. Spero che con questo mio scritto i politici la capisco e quelli che amano con amore Israele.

    2 Lug 2014, 14:15 Rispondi|Quota